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A QUIET PASSION (Terence Davies)
L'universo di Emily Dickinson in un ritratto d'autore

A QUIET PASSION

Tanto volutamente costretta fu l’esistenza di Emily Dickinson altrettanto prodigiosamente espansa fu la sua poesia, capace di toccare corde universali e dunque eterne. Per darle quella giustizia che in vita non le fu concessa, Terence Davies ha scelto di scrivere e girare il primo vero biopic dedicato all’immensa poetessa americana, una delle più grandi in lingua inglese e non solo. Femminista ante litteram, dopo il college la donna deliberatamente scelse di rimanere attaccata alla propria famiglia, che adorava, non lasciando mai la dimora paterna fino alla morte, avvenuta a 55 anni per malattia.

A Quiet Passion, una passione silenziosa. Si presta alla perfezione l’impeccabile ossimoro scelto a titolo del nuovo film di Terence Davies, da sempre capace di riempire con pennellate di bellezza vuoti che sembrano incolmabili. E’ in tal senso che il suo cinema “post classico” rende visionario uno scenario fatto di minimalismi: una donna, la sua cerchia famigliare, una casa. Per farlo, il regista nativo di Liverpool – sempre anche autore delle sceneggiature per i propri film – si mette dal punto di vista del Poeta, inteso come il prometeo capace di creare il tutto dal nulla. E lo sguardo di Dickinson gli è complice e parallelo: intelligente, ironico, profetico. Soprattutto dotato di un “patire” a 360° a livello sensoriale e percettivo che naturalmente era ben poco silente interiormente per quanto tale nelle sembianze esteriori. A Quiet Passion è un testo “dickinsoniano” nel suo flusso dialogico fra retoriche antiche e versi ritmici (talvolta addirittura in rima baciata) ma lo è anche e soprattutto per quel guardare “oltre” le apparenze, per quella capacità di non “scontare” il peso dei sentimenti, raccolti nella ricca gamma di sfumature quali la stessa poetessa fu in grado di restituire ai suoi lettori. Davies elabora con certosina dovizia i dettagli, nulla è lasciato disatteso, neppure il suono emesso dai passi sopra un pavimento di quell’epoca che evidentemente era diverso da quello emesso sopra superfici contemporanee. Necessario e indispensabile per un film di questa natura era dunque trovare la location esatta, gli artigiani capaci, i toni (e attori) corrispondenti sia visivamente che sonoricamente: una sfida appunto “classica” ma vissuta con la mente e il cuore moderni verso la restituzione di una Weltanschauunge di uno Zeitgeistche sono appartenuti a una creatura geniale, almeno dal punto di vista letterario.

 

A QUIET PASSION
Regia: Terence Davies
Cast: Cynthia Nixon, Jennifer Ehle, Keith Carradine, Catherine Bailey
Durata: 126′
GB/Belgio 2016

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.