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Al cinema piace il tema “figli”: di genitori rallentati…

Anche se in brandelli la famiglia resiste al cinema grazie al perno dei figli. Purtroppo come dice Galimberti non tutte le società sono idonee a fare figli e l’assenza o la noncuranza dei genitori non li aiuta a passare dagli impulsi alle emozioni e dalle emozioni ai sentimenti. Nella prossima stagione vedremo tanti film “sul pezzo”, come si direbbe, che ben dimostrano la teoria del filosofo lombardo. Se permetti non parlarmi di bambini, la divertente e interessante commedia argentina presentata in anteprima da Microcinema, si preoccupa di raccontare la complessità del rifarsi una vita amorosa da adulti con figli al seguito. Sarebbe meglio non parlare di loro con una nuova compagna, ma nel caso di un padre affettuoso come Gabriel non farlo diventa un vero esercizio zen tanto è l’amore che prova per la figlia Sofia di 8 anni costretta a fingersi sua sorella, pur di stargli accanto nella nuova storia. Tra risate e paradossi il film di Ariel Winograd ci racconta senza pudore il delirio egoista delle persone che attestano il loro diritto di vivere alla “no kids”.

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La commedia nella sua leggerezza non arriva a dirci le ragioni dell’allergia di Vicky per la vita piccola; si focalizza invece sulla follia schizofrenica a cui è costretto il padre per intessere una relazione con la donna. Bisogna infatti smontare la casa, il linguaggio, il cuore ogni volta che lei arriva perché dove c’è un bambino rimangono tracce probabilmente proprio quelle che non sono rimaste di bene della genitorialità ricevuta nell’infanzia da Vicky.

Two is a family anticipazione del 2017 di Lucky Red grazie alla irrefrenabile credibile simpatia di Omar Sy, il protagonista francese con origini africane di Quasi amici, con un mood più poetico e drammatico vira nella stessa direzione. Arrivata nelle sue braccia come figlia inconsapevole di una probabile scappatella notturna tra le tante, la neonata diventa la sua ragione di vita che sa allungare il tempo di vita che una malattia rende precaria. Lo rende immortale, come scherzano tra di loro, come solo l’affetto e la cura per un figlio sa fare. La madre è scappata per 8 anni lasciando la figlia senza preavviso al padre, amante incallito di turiste sulla costa. L’opera che la Francia stessa ha scelto per il suo prossimo Natale mira a narrare la forza che un figlio porta nella vita di uomo dandogli quell’ultima chance per diventare adulto, per fermarsi a capire il proprio sé e a farsene carico.

E poi arriveranno gli italiani che sono più ordinati: si sposano ma poi si separano e i figli con chi staranno? Anche non con me pensa Paola Cortellesi come pure il suo compagno di scena Antonio Albanese. I due noti attori sono partner in via di divisione nel film Mamma o papà, ambientato nella provincia di Treviso che si focalizza sulla tendenza a far pagare ai figli i conflitti evidentemente irrisolti dei genitori, rendendoli merce di scambio, ammaccata, di una relazione divenuta più perversa che generativa. Uno tra i film più interessanti del listino Medusa, diretto da Riccardo Milani, che ci proietta in un tema attuale del nostro paese dove imperversa ormai la coda fuori dagli studi degli avvocati con specialità in diritto di famiglia.

Insomma ci aspettano tutte le sfumature di questo tema e non ultima anche quella che tocca in sorte a Sara, la ragazzina protagonista del film Rara distribuito dalla Nomad: vivere con la madre, la sorella e la compagna della mamma. Letti di legami e coccole tutti al femminile che iniziano a vacillare quando Sara compie 13 anni e comincia a farsi tante domande e si imbatte anche nella battaglia del padre per l’affidamento delle ragazze.

Film sul filo della vita contemporanea, tutti da vedere, che ci mettono sulle tracce di bambini e ragazzi in balia dei genitori, qualunque ne sia il motivo e la gamma delle ragioni a quanto pare è molto ampia. Se oggi i figli sono il perno strategico che tiene viva la famiglia, al contempo sono anche il volto più bistrattato a cui viene chiesto di essere sempre di più, di essere più cresciuti di quanto dovrebbero.

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Sull'autore

Arianna Prevedello

Scrittrice e consulente, opera come animatore culturale per Sale della Comunità circoli e associazioni in ambito educativo e pastorale. Esperta di comunicazione e formazione, ha lavorato per molti anni ai progetti di pastorale della comunicazione della diocesi di Padova e come programmista al Servizio Assistenza Sale. È stata vicepresidente Acec (Associazione Cattolica Esercenti Cinema) di cui è attualmente responsabile per l’area pastorale.