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COLLATERAL BEAUTY (David Frankel)
Un'elaborazione del lutto poco convincente

Howard è il team manager di un’importante azienda pubblicitaria di New York che ha concentrato l’intera attività sulla seminale importanza di tre parole: Amore, Tempo e Morte. Quando una tragedia familiare lo coinvolge e lo fa cadere in una profonda depressione, i suoi colleghi più stretti decidono d’intervenire per provocare una reazione. Assoldano tre attori di una compagnia teatrale per far loro interpretare proprio l’Amore, il Tempo e la Morte, figure alle quali Howard continua a spedire lettere disperate.

Tra i temi più frequentati dalle narrazioni di tutti i tempi, quello dell’elaborazione del lutto è certamente uno dei più complessi da rappresentare, perché presenta più di un tranello dal punto di vista drammaturgico. Facile è infatti investire l’istanza narrante di un pietismo acritico che, se accompagnato da una vena larmoyante, può rivelarsi addirittura deleterio per l’opera pronta a servirsene senza accorgimenti retorici. È proprio questo il caso del nuovo film di David Frankel, che infatti “gioca” troppo con i sentimenti e finisce per costruire un percorso esistenziale finalistico per il protagonista e poco sincero per lo spettatore.

Tutto ciò per dire che in Collateral Beauty funziona veramente poco. Anzi, quasi nulla. Perché allo script melenso e pieno di incongruenze, fa eco una regia preoccupata solo di amplificare gli effetti drammatici. L’utilizzo della musica è quasi fastidioso per la sua ingannevole ambiguità e nessuno degli interpreti di un cast pieno di star sembra trovare mai le corde giuste per dar un briciolo di vita al proprio personaggio (con buona pace di Jerzy Grotowski e Stella Adler, citati più volte come modelli di riferimento). Tanto che, se per Will Smith è l’ennesima conferma di un percorso attoriale in vertiginosa caduta, dispiace veder coinvolte in tali progetti personalità del calibro di Helen Mirren e Kate Winslet (ebbene sì, anche loro ogni tanto sbagliano un film!). Insomma, forse l’unico pregio del film è che – vista la vicinanza tematica con il Muccino americano – può essere certamente d’aiuto a una sua futura rivalutazione.

 

Regia: David Frankel

Con: Will Smith (Howard), Edward Norton (Whit), Kate Winslet (Claire), Keira Knightley (Amy), Michael Peña (Simon), Helen Mirren (Brigitte)

Nazionalità: USA 2016

Durata: 97

 

 

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).