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I FANTASMI D’ISMAEL (Arnaud Desplechin)
Caotica elegia che mescola spazio e tempo nel sentimento di un ricordo.

I FANTASMI D'ISMAEL

Si chiama Ismael Vullard e fa il regista. Ama Bergman, Truffaut, Hitchcock. Sogna un film “politico” ispirato al fratello, vagamente. Ma quest’uomo tormentato ha un problema: non riesce a dimenticare la moglie Carlotta scomparsa 20 anni addietro. Eppure ha una nuova compagna, Sylvia, bella e presente e ha un suocero, che gli funge pure da maestro, che lo aiuta a tirare avanti. Ismael è inquieto, mescola il tempo, sonda gli spazi. Finché un giorno Carlotta ricompare sulla scena della vita: è un fantasma o realtà? E tutto è destinato a cambiare.

Soffre costantemente di abbondanza il cinema di Arnaud Desplechin ma – di solito – questa è riferita alla parola, ai dialoghi, da sempre protagonisti delle sue verbosissime sceneggiature e regie. Ma quel suo cinema esondante gode di una forza intima, di un fascino poetico, di un’attrazione imperfettamente fatale. Questo non accade, purtroppo, nel suo ultimo sforzo in ordine cronologico, I fantasmi d’Ismael, apparso fuori concorso in apertura al Festival di Cannes edizione 2017.

Opera ridondante, evanescente, lunghissima e confusa, il nuovo lungometraggio del regista adorato dai cinéphiles in e fuori patria risente del suo desiderio di tenere tutto dentro, mescolando coordinate spazio-temporali in un grande puzzle umano e artistico. Soggettività e oggettività si fondono nel ricordo immanente che – addirittura – rende visibili i fantasmi. Lo ha fatto anche, e molto meglio, il suo collega e connazionale Olivier Assayas in quel Personal Shopper dalle apparenze pop: ma quanto mistery, quanto coraggio, quanta ricchezza “significante” e significata era riuscito ad imprimervi. Desplechin invece abdica l’ambiguità delegandola al dialogo, sua grande forza altrove, qui mal mescolato all’immaginifico. Certo, non mancano i numi tutelari ed anzi sono esplicitamente invocati ma i suoi personaggi (forse volutamente…) fluttuano superficiali nel vento, nelle brezze marine francesi, inconsistenti ombre che non permangono nella memoria. Neppure dello spettatore.

 

I FANTASMI D’ISMAEL
Regia: Arnaud Desplechin
Cast: Mathieu Amalric, Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg, Louis Garrel, Alba Rohrwacher
Francia, 2017
Durata: 114′

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.