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IL MISTERO DELLA CASA DEL TEMPO (Eli Roth)
L'orologio nascosto

Dopo aver perso entrambi i genitori, il giovanissimo Lewis è costretto a trasferirsi presso l’abitazione dello zio Jonathan, un eccentrico individuo che vive in una grande casa piena di strani e misteriosi oggetti. Ben presto il bambino scopre che è abitata da fantasmatiche presenze e che lo zio e la sua vicina Mrs Zimmermann in realtà sono due potenti maghi, il cui scopo è di scoprire la causa del misterioso ticchettio proveniente da un orologio nascosto da qualche parte dentro le mura della dimora.

Trasposizione del primo dei dodici romanzi incentrati sulla figura del giovane Lewis Barnavelt, il personaggio seriale ideato da John Bellairs e poi rilevato da Brad Strickland (che firmò in collaborazione con Bellairs i titoli dal quarto al sesto, e poi in solitaria quelli dal settimo al dodicesimo), Il mistero della casa del tempo è il nono lungometraggio diretto da Eli Roth, che definisce un importante passaggio della sua filmografia. Conosciuto infatti come autore attratto dalle parossistiche declinazioni dell’horror (fa infatti parte di “Splat Pack”, il gruppo di filmmakers indipendenti che dal post-11 settembre porta avanti l’idea di horror low-budget incentrati sulla rappresentazione esplicita e talvolta esagerata della violenza), qui il regista di Hostel si cimenta per la prima volta con una tipologia di genere (il family fantasy) non solo inedita nel suo percorso creativo, ma che lo spinge verso una fascia di pubblico molto più ampia rispetto a quella, più elitaria, intercettata dai titoli precedenti. Un film per il grande pubblico insomma, dove tuttavia le caratteristiche del suo cinema sono ancora ben riconoscibili, seppur decisamente stemperate.

Al di là della svolta o della parentesi che esso rappresenterà per la carriera del poliedrico Roth però, Il mistero della casa del tempo è un titolo di buona fattura. Capace di distinguersi per il ritmo dell’affabulazione, la qualità della scrittura e della scenografia, l’utilizzo non banale della computer-graphic, nonché la forza espressiva di alcuni personaggi, ben tradotti sullo schermo dalle interpretazioni di Jack Black, Cate Blanchett e Kyle Maclachlan, qui in un ruolo secondario benché pieno d’intriganti rimandi verso quello dell’agente Cooper di Twin Peaks. Un’operazione di puro intrattenimento che probabilmente non resterà nelle coscienze oltre la parola “fine”, ma che farà certamente trascorrere due ore in spensierata allegria a molti spettatori. Cosa che, di questi tempi, è già un grande merito.

Regia Eli Roth

Con Jack Black (Jonathan), Cate Blanchett (Mrs. Zimmermann), Qwen Vaccaro (Lewis), Kyle Maclachlan (Isaac Izard)

Usa 2018

Durata 105’Family

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).