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IL MISTERO DI DONALD C. (James Marsh)
La tragedia di un Faust moderno in barca a vela per oceani

IL MISTERO DI DONALD C.

1968, Gran Bretagna. Alla vigilia della gloriosa Golden Globe Race del Sunday Times, l’inventore e imprenditore Donald Crowhurst decide di sfidare la sorte e aderire alla gara con un trimarano non completamente ultimato e senza la dovuta qualifica di skipper professionale. Il contest, che implica la circumnavigazione del pianeta superando i tre Capi boreali senza mai toccare terra, mette in palio una cospicua somma in denaro (offerta appunto dallo sponsor Sunday Times) di cui Crowhurst ha assoluta necessità dopo aver ipotecato casa e lavoro. Lasciando dunque moglie e figli a casa ad attenderlo, e un villaggio che lo sostiene salutandolo come un eroe locale, l’uomo parte per un’avventura destinata a cambiare la sua visione di mondo e i suoi paradigmi etici.

“Ho deciso di andare perché se fossi rimasto, non avrei più avuto pace”. Pare l’abbia pronunciata veramente questa frase Donald Crowhurst, personaggio tuttora controverso della cronaca britannica di fine anni Sessanta. Il suo connazionale James Marsh si “appropria” cinematograficamente della sua storia per diritto di vocazione a un certo tipo di biopic amante del rischio. Infatti, dopo le folli e incredibili imprese di Man on Wire e di Stephen Hawking ne La teoria del tutto, l’avventura del primo uomo a veleggiare attorno agli oceani doveva esser sua. Per realizzarla ha scelto il migliore su piazza, Colin Firth (ma anche Rachel Weisz non è da meno) e lo ha trasformato nella maschera di un uomo senza qualità ad eccezione di una ferma volontà confusamente mescolata all’ambizione e alla testardaggine. Prendere il premio ma perdere l’anima, a lui la scelta. Lontano dal classico sea movie di stampo avventuroso, Il mistero di Donald C. (già The Mercy) è in realtà un testo che indaga i tormenti dello spirito, la libertà di aderire a un’etica oltre l’Etica riconosciuta platealmente. Ma se ne La teoria del tutto le stelle si vedevano, qui sono negate e l’equilibrismo di Crowhurst è ben lontano da quello del geniale Philippe Petit. In altre parole, Marsh aderisce al progetto ma non lo supera come avremmo sperato per il suo talento e per la sua indomita indole.

 

IL MISTERO DI DONALD C.
Regia: James Marsh
Con Colin Firth, Rachel Weisz, David Thewlis, Ken Stott.
Gran Bretagna 2017
Durata: 101’

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.