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IL PRESIDENTE (Santiago Mitre)
Giochi di potere sulle Ande

Durante un summit fra capi di Stato latinoamericani in un hotel isolato sulle Ande cilene, il presidente argentino Hernán Blanco viene coinvolto in un caso di corruzione che riguarda sua figlia. Contemporaneamente cerca di sfuggire a uno scandalo sessuale che minaccia di porre fine alla sua carriera e distruggere la sua famiglia: il cammino per difendere gli interessi politici ed economici del continente centro e sudamericano si fa inevitabilmente in salita.

Tra le pieghe di un plot essenzialmente fantapolitico, Il presidente (in originale, La Cordillera) offre l’incontro di più temi e generi, divenendo in tal modo un’opera di originalità sorprendente, nonché uno dei migliori titoli latinoamericani degli ultimi anni. Al suo terzo lungometraggio, il 38enne Santiago Mitre riesce infatti a mescolare le carte e i registri narrativi infondendo all’intero dispositivo la tensione degna di un dramma esistenziale a tinte noir. Se l’attenzione e la centralità sul protagonista Hernàn Blanco (un sempre perfetto Ricardo Darin) sono inequivocabili, la duplice corte di politici e familiari – e dunque di segreti & bugie diversamente intesi – risulta altrettanto corposa, con caratteri ben delineati e mai ridotti a funzioni. E su tale duplicità, che viaggia inizialmente in parallelo e poi per linee convergenti, è costruita la vicenda attraversata da Blanco, personaggio troppo pubblico per essere anche privato. Il suo corpo diviene così simulacro del Corpo politico tutto, metonimia di un’ambizione al Potere oltre ogni sospirar di coscienza. Diretto per essere montato fra temporalità lineare e flashback, Il presidente affronta la fantapolitica con il realismo dovuto ma allo stesso tempo s’inerpica nei meandri dell’interiorità psicologica (chiamando in causa addirittura la psicanalisi) in un continuo entrare ed uscire fra gli immensi e innevati spazi del panorama andino e i labirintici interstizi del pensiero umano. Per quanto sia evidente che Mitre abbia divorato e fatto proprio il cinema di Hitchcock, la sua elaborazione del Maestro è squisitamente personale per un film che riesce a tenere accesa l’attenzione fino all’ultima inquadratura.

Regia: Santiago Mitre
Cast: Ricardo Darin, Dolores Fonzi, Erica Rivas, Gerardo Romano
Durata: 114′
Argentina 2017

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.