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JINPA (Pema Tseden)

Il regista tibetano Pema Tseden ama descrive personaggi curiosi e sopra le righe. Ci aveva stupiti nel 2015 con Tharlo, film sulla memoria e sul contrasto tra la vita di montagna e quella di città, torna a Venezia con Jinpa, in concorso per Orizzonti. Strane figure umane si aggirano sulle montagne del tetto del mondo. Vite semplici, un pastore nel primo film, un camionista in questo, che vivono nel loro habitat e si trovano a sperimentare vite diverse, in mondi a loro alieni. C’è circolarità in questi film, il protagonista si espone a situazioni che lo portano a dover agire in modo diverso dalle proprie abitutdini, per poi rientrare alla vita normale un poco cambiato.
A cinquemila metri d’altezza c’è vita, poca e rarefatta, come l’aria di montagna. Su una strada infinita e deserta che attraversa la pianura rocciosa del Tibet, un camionista vestito da metallaro ascolta incessantemente “O’ sole mio” cantato in cinese. Si ferma perchè ha investito accidentalmente una pecora, poi raccoglie un giovane autostoppista dallo strano aspetto. Nulla di più di questo nel suo lungo viaggio. Mentre i due si scambiano poche parole durante il tragitto, il camionista nota che il suo passeggero ha un pugnale d’argento legato alla gamba. Il giovane vuole uccidere qualcuno che gli ha fatto un torto. Dopo averlo lasciato ad un bivio, il camionista si rende conto che quel tempo trascorso con lui ha cambiato tutto e che i loro destini sono inesorabilmente intrecciati. Torna a cercarlo, indaga presso la locanda del villaggio, per trovarlo e evitare che compia la vendetta. I tempi del film, come sovente nel cinema orientale, sono lunghi e dilatati fino ai limiti estremi di sopportazione dello sguardo. Ad animare questa storia di pochi fatti e lunghe attese il continuo e ripetuto ascolto, quasi fosse un mantra, di “O’ sole mio”.

 

JINPA
Regia: Pema Tseden
Interpreti: Jinpa, Genden Phuntsok, Sonam Wangmo
Cina
86’

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Sull'autore

Simone Agnetti

Simone E. Agnetti, Brescia 1979, è Laureato con una tesi sul Cinema di Famiglia all’Università Cattolica di Brescia, è animatore culturale e organizzatore di eventi, collabora con ANCCI e ACEC, promuove iniziative artistiche, storiche, culturali e cinematografiche.