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Gli under 30 nelle SdC
In Triveneto ACEC dedica la formazione annuale al legame con i giovani

Guardando la foto scattata sull’Altipiano di Asiago ad un gruppo composto prevalentemente di persone sotto i 30 anni, non si direbbe che possa trattarsi di volontari in servizio presso le sale della comunità, alle quali sentiamo spesso lamentare la mancanza di ‘forze fresche’. E invece la freschezza non ci è proprio mancata: tre giorni intensi in cui 18 sale sono state rappresentate nel nostro tradizionale e sempre più amato weekend di formazione di fine estate. Un titolo geniale “I GIOVANI E LA SDC da spettatori a protagonisti” è bastato per solleticare la voglia di formazione dei più giovani!

Accompagnati per tutto il periodo dal nostro storico guru Matteo Asti, che ci ha presentato un’indagine sul pubblico giovane e qualche bellissimo esempio di iniziative giovanili, ci siamo fatti coinvolgere da intense lezioni frontali (epica quella di don Andrea Guglielmi, pedagogicamente illuminante quella di Michele Visentin), e travolgere dalle testimonianze di giovani(ssimi) entusiasti volontari dei nostri cinema. Giovani dai 18 ai 28 anni che hanno offerto una prospettiva più frizzante dell’aria di montagna sulle possibilità di impiego (volontario, o in alcuni casi stipendiato) presso le sale del Triveneto.

Senza paura i laboratori di gruppo hanno creato diversi progetti, dai più facilmente realizzabili ai più fantasiosi (il commento del veterano Gigi: “qui si sente sempre di più il gap generazionale!”). Ci ha aiutato a valutare questi progetti un testimone di lusso, il giovane Nicola Curtoni, un bell’esempio di “cervello in fuga” che lavora in Francia in un circuito di piccole sale del tutto simili alle nostre, redattore del blog uncinemainfrancia.com.

Una bella domanda con la quale ce ne siamo tornati a casa è stata: quale immagine del mondo giovanile offre la recente produzione cinematografica? Su questo è stato un bello stimolo la visione di due film presso la sala della comunità Cineghel di Gallio: “Microbo e Gasolina” e “Quel fantastico peggiore anno della mia vita”. Beh, sinteticamente: giovani pieni di risorse battono adulti mediocri 10 a 0!

Un consiglio pratico: se al tuo giovane relatore desideri fare un omaggio “tipico”, con una bottiglia di grappa dell’altipiano il successo è garantito. E se invece di aspettare la fine dei lavori, gliela regali strategicamente sabato sera, al rientro dalla proiezione, quando una parte del gruppo è già andata a letto, la ‘seconda serata’ si crea da sola: qualche bicchiere di plastica, una nuova app di quiz cinematografici, ed è fatta!

Capita anche che la domenica sera, quando tutti ormai hanno fatto ritorno ai loro paesi, un illustre personaggio ti scriva il messaggio “oh, sai che mi mancate?! siamo stati bene insieme!” … significa che questi volontari di sale della comunità sono davvero bravi a fare comunità! E se un giovane poi commenta con queste parole “Che giornate FIOI!!!” vuol dire che non abbiamo davvero perso tempo.

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Sull'autore

Chiara Fornasiero