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La virtù della laicità
Perché le SdC sono nella nuova Legge Cinema

legge cinema

Attesa da decenni, dal 3 novembre in Italia, abbiamo una nuova legge sul cinema che riordina il settore e che prevede la creazione di un fondo autonomo per il sostegno dell’industria cinematografica italiana.

“Regole trasparenti e più risorse per film, sale e giovani” così la descrive il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, che nel gennaio scorso aveva invitato insieme al premier Renzi quattro premi Oscar italiani a Palazzo Chigi. Lo scopo della legge è quello di ridefinire la disciplina relativa al cinema e all’audiovisivo, a fini di rilancio e di sviluppo di un settore strategico dal punto di vista culturale e sociale, ma anche economico. Sempre il Ministro ha dichiarato: “Si tratta di una riforma attesa da oltre cinquant’anni e ben preparata nei lavori della Commissione Cultura al Senato – ha dichiarato Franceschini – che prevede la creazione di un fondo completamente autonomo per il sostegno dell’industria cinematografica e audiovisiva e pone fine alla discrezionalità”.

Nessuna nuova tassa ma un virtuoso meccanismo di “autofinanziamento” della filiera produttiva che viene incentivata a investire e innovare e che fa scomparire l’attuale incertezza annuale sui fondi destinati al cinema: il nuovo fondo non potrà mai scendere sotto i 400 milioni di euro.

La stampa e i mass-media non hanno dato ampio risalto a questo nuovo sistema di finanziamento che aumenta le risorse del 60%: 150 milioni in più. Il Fondo è ripartito tra varie tipologie di intervento ma con una quota del 18% destinata obbligatoriamente ai contributi selettivi di cui agli articoli 26 e 27. Proprio all’art. 27 sono citate e descritte le sale della comunità, che oltre a rientrare nei contributi specifici finalizzati all’esercizio cinematografico (ritorneremo su questi crediti con un altro articolo), sono ritenute “meritevoli” di questi contributi selettivi. (…) La motivazione il legislatore la offre nella Relazione di introduzione alla nuova legge, dove afferma che “tali realtà (le sale della comunità, ndr) hanno una funzione essenziale per la diffusione sul territorio della cultura cinematografica in quanto svolgono un ruolo sociale, oltre che di formazione del pubblico, meritevole di valorizzazione”.
Con questa forte specificità sociale e culturale, con la quale la Legge caratterizza le sale della comunità, emerge chiara una dimensione che le marca profondamente ed è quella di essere “laiche”. (…) La sala della comunità è apprezzata perché muove i suoi passi sul crinale della domanda e non della risposta. È credibile perché non declina la propria attività sui dettami del catechismo, ma sul versante della cultura e della socialità…

(Continua…)

La versione integrale dell’articolo sarà pubblicata su SdC-Sale della Comunità n.6/16

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Sull'autore

Francesco Giraldo

Segretario Generale Acec