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IL MIO CAPOLAVORO (Gaston Duprat)

MI OBRA MAESTRA

Un’opera d’arte, osservata nel suo insieme, sembra offrire in un sol colpo tutto ciò che essa porta in sé. Eppure avvicinandoci, entrando nel dettaglio, facendo scivolare l’occhio sulle tracce lasciate dal pennello, assume tutto un altro aspetto, sembra perdere quel significato iniziale, per acquisirne uno nuovo, inaspettato, più concreto. Questo è l’inizio del nuovo film di Gastón Duprat, ​Il mio capolavoro​, ma è forse anche la chiave con cui il regista racconta la storia tra Arturo, un gallerista, e Renzo, un pittore in declino, che va avanti da tutta una vita. La loro è un’amicizia matura, intima, fraterna, ma proprio perché fraterna si nutre e vive delle profonde differenze che esistono tra i due. Arturo è un uomo di mondo, raffinato, di cultura, che ama la sua città, Buenos Aires, riconoscendone le profonde contraddizioni che la caratterizzano e trovando proprio in esse la bellezza unica della capitale argentina. Quella stessa contraddizione che unisce e separa lui da Renzo, un artista distaccato e profondamente critico nei confronti della società all’interno della quale vive. Noto e apprezzato negli anni Ottanta, ora si trova in un evidente declino che lo ha reso schivo, misantropo e dimenticato dal mondo dell’arte che lo ha superato, preferendo alla sua pittura ad olio un’espressione estetica che attraversa nuove forme, nuovi contenuti e nuovi materiali compositivi. Questo è un film sull’amore incondizionato che unisce due amici e le loro vite, passando dalla condivisione, al conflitto duro ma fraterno, e che attraversa, se necessario, anche l’illegalità.

La regia di Duplat è fluida e chiara, accompagna lo spettatore nel racconto senza imporsi e allo stesso tempo permettendogli di godere fin nel dettaglio della bellezza e profondità dei luoghi e delle persone che compongono l’inquadratura. La pellicola argentina è un chiaro esempio di sceneggiatura raffinata, costruita con brillante abilità da Andrés Duprat (già sceneggiatore di ​El ciudadano ilustre e ​El hombre de al lado​), che sfrutta la chiave di una mai banale ironia per raccontare una storia, a tratti forse al limite dell’inverosimile, con leggerezza e piacevole comicità. Di pregevole valore è l’interpretazione dei protagonisti Guillermo Francella e Louis Brandoni, che costruiscono i loro personaggi con maestria, riuscendo a raccontare fin nei dettagli due personalità tanto distanti, quanto complementari e allo stesso tempo tessere un piano di ironica comicità, sempre piacevole e ben calibrata.

È solo alla fine del film che il regista riprende le distanze dagli eventi e dai personaggi, ritornando in prospettiva, su un piano lungo di carattere percettivo, che modifica i tratti complessivi della storia. L’arte racconta gli eventi, camuffandoli, nascondendoli e manifestandoli allo stesso tempo, ma ciò che svela alla fine è la realtà su cui poggia, le emozioni dei personaggi e la sensibilità dello spettatore a cui l’opera è chiaramente dedicata.


IL MIO CAPOLAVORO

Titolo originale: MI OBRA MAESTRA
Regia: Gastón Duprat
Interpreti: Guillermo Francella, Luis Brandoni, Raúl Arévalo, Andrea Frigerio
Argentina, Spagna
100’

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Sull'autore

Stefano Ruggeri