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NON C’È PIÙ RELIGIONE (Luca Miniero)
Una fiaba multietnica fiacca ed evanescente

A Portobuio, il piccolo paese di un’isola incontaminata del Meridione, si allestisce un presepe vivente che attrae molti turisti. Da anni, però, non nascono più figli, e l’unico ragazzino destinato a interpretare il Bambin Gesù è ormai troppo grande e grosso. Come risolvere la situazione? Il neo eletto sindaco, tornato sull’isola dopo aver fallito come politico al Nord, prende in mano la situazione e, insieme ad una suora che gestisce una pizzeria, si rivolge alla comunità musulmana che vive in loco, guidata da un amico d’infanzia convertitosi all’islam per amore…

La convivenza possibile tra le diverse fedi, le distanze relazionali sempre più accorciate nella società multietnica contemporanea, il richiamo ad un presente in cui si mettono al mondo sempre meno figli, un’idea di “italianità” ruspante pronta ad arrangiarsi in ogni occasione, con semplicità, inventiva e un pizzico di ruffianeria.

Non c’è più religione intende raccontare tutto questo con leggerezza, toccando le corde sensibili di spettatori ben addestrati alla risata dai precedenti lungometraggi di Luca Miniero (in particolare il fortunatissimo dittico Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord). Il problema, però, è che, a differenza dei film citati, a sorreggere le prove d’attore dei collaudati Claudio Bisio e Angela Finocchiaro, qui affiancati da Alessandro Gassmann, non c’è una sceneggiatura all’altezza (nonostante l’apporto di Sandro Petraglia), bensì un copione che anziché ritrarre in punta di penna ma con arguzia calcolata le traiettorie dei protagonisti si limita a “spennellare” caratteri e tic, allineando uno dopo l’altro cliché e luoghi comuni senza riuscire a integrare davvero nel tessuto narrativo del film istanze tanto percepite dal largo pubblico quanto complesse e delicate.

Il risultato è una pellicola deludente, stiracchiata, senza una scintilla che illumini le vicende, prevedibili e nemmeno spassose come pretenderebbe una favola in forma di commedia. L’adolescente con i brufoli, i baffetti e sovrappeso, il lama che sputa addosso al sindaco davanti al vescovo giunto sull’isola per un sopralluogo, la condivisione del ramadan e l’uso della chiesa del paese a giorni alterni, le riprese aeree delle Tremiti sono così tasselli indistinti di un mosaico arruffato e affrettato. Dove si passa con disarmante scioltezza dalle citazioni del Corano a quelle della Bibbia, si invocano sconosciute divinità africane e si fa irrompere sulla scena persino il buddismo.

Regia: Luca Miniero

Nazionalità: Italia, 2016

Durata: 90

Interpreti: Claudio Bisio, Angela Finocchiaro, Alessandro Gassmann

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.