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Quando la parrocchia è un luogo di “cult”

In principio furono i frateili Lumière, ma subito dopo arrivò la Chiesa cattolica. Se nel 1896 il mondo iniziava appena a scoprire il cinema, il Vaticano ne aveva già intuito il potenziale ed era passato all’azione producendo, pochi mesi dopo la proiezione de La
sartie de l’usine Lumiere a Parigi, la prima pellicola italiana: Sua Santità Papa Leone XIII.
Comincia così lo stretto legame fra cinema e cattolicesimo, un percorso che parte dalle sale ricreative cattoliche, prosegue con l’enciclica Vigilanti Cura di Pio XI, passa per la legge Andreotti del 1949 e i famosi cinema parrocchiali, e arriva, negli anni del Concilio Vaticano II, alle attuali Sale della Comunità.
Ognuno di questi passaggi di denominazione segna un differente modo di intendere la sala cinematografica: intrattenimento educativo, baluardo morale contro la corruzione dello spirito e in fine spazio di incontro di una collettività, non esclusivamente cattolica.
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