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SEA SORROW (Vanessa Redgrave)
Il dramma dei rifugiati e il confronto con la storia

Il dramma dei rifugiati che arrivano sulle coste europee raccontato attraverso testimonianze, interviste, memorie personali, materiali d’archivio. L’Italia e la Grecia in primo piano, poi la Gran Bretagna e l’accoglienza dei bambini in attesa di ricongiungersi ai loro familiari che vivono in Inghilterra. Quindi la “giungla” di Calais, con le immagini del campo e le opinioni di politici e rappresentanti delle istituzioni…

La data di uscita nelle sale non è casuale, il 20 giugno, quando in tutto il mondo si è celebrata la Giornata mondiale del rifugiato. E nemmeno il patrocinio di cui gode, quello dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), è occasionale. Sea Sorrow, il documentario con cui, alla bella età di 80 anni, Vanessa Redgrave fa il suo esordio dietro la macchina da presa, parla proprio di loro, dei rifugiati. Una riflessione in immagini su un tema di bruciante attualità, che si apre con le voci di chi è fuggito da guerre, miseria, persecuzioni in Medio Oriente in Africa, sbarcando sulle nostre coste dopo un’odissea di mesi contrassegnata da morte e disperazione, e si chiude con le parole di Shakespeare, con quella frase, “il dolore del mare” (posta a titolo del film stesso), pronunciata da Ralph Fiennes ne panni di Prospero ne La Tempesta, mentre racconta alla sorella di come sono scampati all’annegamento a bordo di una barca di fortuna ormai alla deriva.

Mettendosi sulle tracce della storia passata e presente dei rifugiati in Europa, attingendo ad episodi personali come l’evacuazione da Londra, appena bambina, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, fuggendo nelle campagne al riparo dai bombardamenti nazisti, la Redgrave (ambasciatrice dell’Unicef e da anni attivista in difesa dei diritti umani) compone con Sea Sorrow un appassionato patchwork di frammenti di réportage, dialoghi teatrali, spezzoni televisivi e documenti d’epoca, in cui personaggi come lord Alfred Dubs, rifugiato cecoslovacco, e sir Peter Sutherland, rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per le migrazioni, testimoniano in modo risoluto l’impegno affinché i governi (a cominciare da quello britannico) non rimangano insensibili di fronte a un dramma di simili proporzioni. Dai comizi e dalle marce di Londra alla “giungla” di Calais, dalle spiagge della Grecia ai centri di primo approdo in Italia, Sea Sorrow non sempre trova la forma adeguata ad un contenuto così sensibile, soffrendo in più punti (ma sempre in buona fede) di un certo didascalismo e risultando, a tratti, persin troppo eterogeneo. Però la generosa solidarietà umana con cui la Redgrave cerca di coinvolgere l’opinione pubblica internazionale sulla questione dei migranti in cerca d’asilo è e resta ammirevole, emblematica, necessaria.

SEA SORROW
Regia: Vanessa Redgrave
Nazionalità: Gran Bretagna, 2017
Durata: 74′
Interpreti: Ralph Fiennes, Emma Thompson, Lord Alfred Dubs, Simon Coates, Daisy Bevan

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.