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SONG TO SONG (Terrence Malick)
Un triangolo amoroso dentro al Caos universale

SONG TO SONG

Un musicista di valore cerca il successo grazie a un produttore di star musicali di cui diventa amico. Quest’ultimo è anche il produttore di una giovane cantautrice con cui intrattiene una relazione sentimentale; quando la ragazza conosce il musicista si innamora di lui, ricambiata, dando forma così a un triangolo amoroso che arriva a logolarla. Nel frattempo il produttore incontra un’altra donna, povera ma creativa, che decide addirittura di sposare pur continuando a condurre la propria esistenza nella depravazione morale e nell’inganno. Anche la coppia del musicista con la cantautrice si interrompe, ma la forza vitale della giovane riuscirà alla fine a fare la scelta giusta.

Fra triangoli sentimentali e andirivieni attraverso segreti e bugie, Terrence Malick torna a proporre il proprio sguardo poetico su un’umanità ontologicamente raminga e derelitta, che può evolversi solo compiendo gesti profondamente orientati all’affermazione della Vita come dono. Ammirevole sotto il profilo etico, come del resto è sempre stato, il cineasta-filosofo texano ha tuttavia intrapreso dal 2011 un percorso stilistico da cui non sembra volersi affrancare. Dopo The New World (2005) che a sua volta interrompeva una lunga assenza ventennale, con il contrastante The Tree of Life ha infatti degenerato ogni schema narrativo classico a favore di una peregrinazione attorno all’anima/cuore umani fatta di monologhi interiori e sguardi dentro e sulla natura. Se è vero che tale registro possa aver esaltato una parte della critica, è altrettanto crescente il numero di delusi dalle sue ultime – e ormai frequenti – pellicole che sembrano reciprocamente rincorrersi e autocitarsi. Il regista dunque appare volutamente immerso in un cerchio (vizioso o virtuoso, a seconda dei gusti..) quale nucleo d’osservazione universale. In poco si distingue pertanto Song to Song dal precedente (solo per dare un esempio) Knight of Cups, se non per il contesto musicale in cui è inserita la vicenda, con vere e proprie star del rock, da Patti Smith -che appare da vera e propria attrice – a Iggy Pop. Copiosi, al solito, sono invece i divi hollywoodiani che volentieri si prestano alla cinepresa malickiana – sempre illuminata dal genio del miglior direttore della fotografia vivente, Emmanuel Lubezki: da Fassbender a Gosling, dalla Mara alla Portman e alla Blanchett. Ma al refrain ormai diventato ossessivo nei film di Malick “Where are we now?” (dove siamo ora?) diventa difficile rispondere se non con un laconico, “sempre allo stesso punto”, almeno finché il leggendario Terrence non deciderà di dare una nuova, auspicabile, svolta al proprio cinema.

 

SONG TO SONG
Regia: Terrence Malick
Cast: Rooney Mara, Michael Fassbender, Ryan Gosling, Natalie Portman, Cate Blanchett
USA 2016
Durata: 129′

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.