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TUTTI IN PIEDI (Franck Dubosc)
Quando l'amore non conosce barriere (anche architettoniche)

Jocelyn è la tipica incarnazione dell’uomo cool contemporaneo: ricco, di successo, bello e tendente a modulare la realtà sulla propria immaginazione, in altre parole è un bugiardo incallito. Alla morte della madre si reca a casa della donna per radunare le sue cose quando improvvisamente viene scambiato dalla vicina di casa per un paraplegico, essendosi occasionalmente seduto sulla sua sedia a rotelle. Volendo conquistare la giovane e sexy Julie, JoJo sceglie di rimanere nel malintesa o dando vita a una serie di menzogne per il puro piacere del gioco. Finché l’incontro con la di lei sorella Florence, che invece è realmente costretta su una sedia a rotelle, gli cambierà la prospettiva esistenziale.

Mentire per conquistare un obiettivo e scoprire, contestualmente, che si mente perché ci si vuole nascondere. Ecco l’assunto moralmente elementare che dai manuali di psicologia diviene la base di un filone assai popolare all’interno del genere della commedia, quello “degli equivoci”, dai quali diparte l’attitudine alla menzogna di cui si fanno carico i protagonisti. Tutti in piedi, esordio alla regia cinematografica dell’attore e drammaturgo teatrale brillante Dubosc, ne cavalca pienamente i canoni strutturali e narrativi senza alcuna particolare modifica linguistico-drammaturgia. Se dunque la piacevole commedia di Dubosc non aggiunge nulla alle aspettative segnalate dagli “indizi” posti a inizio film, una convincente novità si avverte invece rispetto alla tematica che affronta, ovvero quella del rapporto fra la disabilità e il mondo circostante, con particolare attenzione alle relazioni più intime. Raramente nella commedia contemporanea si è attestata la capacità di raccontare la “normalità all’interno della non-normalità” senza cadere nelle facili trappole dei luoghi comuni e del politicamente corretto. La relazione tra Jojo e Florence ne diventa il sintomo più felice per quanto declinato sull’ovvia esagerazione voluta dalla commedia: l’amore per la vita della donna che non si limita ad accettare la propria condizione ma ne fa un mezzo per fare “meglio” ciò che i normalmente abili fanno senza pensare (giocare a tennis, suonare il violino..) diventa per Jojo l’esempio di una “visione di mondo” diversamente vincente, per usare una terminologia adatta al suo personaggio. Dubosc, che interpreta lo stesso protagonista, riesce con levità e sensibile profondità a restituire la gamma di sensazioni e sentimenti che trascorrono il percorso d’innamoramento fra due persone delle quali una sia affetta da una disabilità: una capacità più “fra le righe” che esposta, e questo non può che essere un pregio. In tal senso Tutti in piedi è un piccolo film che non vuole ambire alla grande memoria ma che resterà probabilmente impresso in chi ha vissuto o sta vivendo simili situazioni esistenziali.

 

TUTTI IN PIEDI
Regia: Franck Dubosc
Interpreti: Franck Dubosc, Alexandra Lamy, Gérard Darmon, Elsa Zylberstein
Durata: 107′
Francia/Belgio 2018

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.