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LE MERAVIGLIE DEL MATTINO
Papa Francesco regola l'orologio biologico del mondo

All’inizio ero rimasto un po’ perplesso dalla scelta che Francesco (Papa) aveva fatto nel voler celebrare in diretta da Santa Marta tutte le mattine la messa alle sette su Rai1.
Avevo timore di un inflazionamento della figura del Papa e che i suoi detrattori fossero lì pronti a sparare al bersaglio grosso. Ingolosito, poi, dalle news dei telegiornali che riferivano tutte le mattine per quali categorie di persone Francesco alzava la sua preghiera al cielo e curioso di capire quante categorie avesse in mente se la celebrazione della messa avesse continuato per settimane iniziai sul far del mattino a seguire il sacro rito. Senza titoli di testa e con le previsione del tempo che arrivano lunghe sul Papa che è già uscito dalla sacrestia sembra di prendere la messa di corsa come si arrivasse trafelati da casa dopo aver affrontato il traffico cittadino. Sette di mattina di tutte le mattine Francesco è li come se qualcuno se lo fosse dimenticato dal giorno precedente. Da solo senza accoliti, cerimonieri o chierichetti che gli girano attorno. Da solo come ultimamente lo vediamo in tv. Un amico che come me segue la messa mattutina mi ha scritto in questi giorni: sembra che il Papa voglia caricarsi sulle spalle tutte le sofferenze del mondo. La messa procede velocemente con le due suore non più giovani che leggono le letture d’inizio, un prete poco poco più giovane delle suore legge il Vangelo e poi arriva la breve riflessione di Francesco. E qui arriva lo spiazzamento. Non legge nulla. Con gli occhi fissi sul lezionario a braccio ci svela il Papa pensiero. Non c’è nulla di artefatto, non ci sono frasi magniloquenti, riferimenti dottrinali, citazione prese dai documenti ecclesiastici. Un pensiero apparentemente semplice che muove sempre dalle scritture con un racconto finale preso dalla vita (lettere che gli arrivano, bambini che gli scrivono o meglio dai tanti disegni che gli mandano, piccoli aneddoti recuperati dai ricordi di una vita lunga spesa tra la gente…). Tutto si enuclea attorno ad una architrave solida e lucidissima: Dio dialoga con il suo popolo attraverso la storia. Tutti si salveranno perchè il messaggio cristiano è rivolto a tutti gli uomini e non a una casta di eletti. La dottrina non può soffocare il messaggio di Gesù perchè la Chiesa, viene sì dal passato, ma è più importate per noi quella che verrà (il bello deve ancora venire…). Illuminante il rapporto tra Gesù e la sua gente e gli apostoli. Gli apostoli cercano sempre di ingabbiare Gesù, che si smarca sempre rilanciandoli oltre.
Sempre contro i dogmatismi e le ideologie. Queste sono due parole molto care a Francesco. L’ideologia per Francesco imbriglia, chiude, ammazza lo spirito, scarica dalle responsabilità delle decisioni personali, crea enclave di fedeli dure e senza anima, non apre alla novità, difende i privilegi di pochi a discapito del bene di tutti. Altro architrave del pensiero di Francesco è il popolo, che è al centro della sua visione ecclesiale.È il popolo che sancisce intuitivamente la credibilità del pastore.
Non è il cascame linguistico di una vecchia visione politica che si è portato dal Sud America.
La valenza del concetto di popolo per Francesco non è di tipo sociologico, ma è intimamente teologico. E’ il popolo il protagonista della sua storia e della evangelizzazione. E la gerarchia della Chiesa deve mettersi al servizio del suo popolo e discernere il cammino che Dio va indicando.
Francesco ha pregato e prega per tutti e sceglie ogni mattina una categoria nuova, con meraviglia da parte di chi viene scelto. Come gli artisti, che sorpresi per la preghiera di Francesco, gli scrivono manifestandogli meraviglia e commozione. Nessuno si era ricordato degli artisti e “proprio il Papa ci raccomanda a Dio, dopo che per secoli la Chiesa ha imposto agli artisti la sepoltura fuori dalle mura, cioè fuori dalla terra consacrata, insieme con i suicidi e i non cattolici?”
E Francesco ricambia il 7 maggio sempre durante la messa delle sette del mattino e rilancia: “Vorrei chiedere al Signore che li benedica, perchè gli artisti ci fanno capire cosa è la bellezza, e senza il bello il Vangelo non si può capire”. Francesco dopo misurare la febbre del mondo ora alle sette di tutte le mattine cerca di regolarne anche l’orologio biologico.

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Sull'autore

Francesco Giraldo

Segretario Generale Acec