News Schede Cinema

Il sole a mezzanotte (Scott Speer)
Un amore tra adolescenti permette di affrontare la malattia

Estate dopo il diploma. Giornate spensierate piene di sole. Una cittadina dello stato di Washington in riva al mare. Barche a vela, feste da adolescenti e due ragazzi che, forse per la prima volta, si innamorano perdutamente l’uno dell’altra. Il copione di Il sole a mezzanotteMidnight Sun (Stati Uniti, 2018) sembrerebbe essere stato scritto già milioni di volte. Sennonché questa volta c’è un ma: lei, la bellissima Katie Price (interpretata da Bella Thorne) è affetta da una rarissima malattia che la rende ipersensibile alla luce solare. Un’ esposizione anche momentanea ai raggi ultravioletti potrebbe provocarle tumori alla pelle e alterazioni neurologiche. È il terribile Xeroderma Pigmentoso che nei paesi occidentali colpisce di fatto circa una persona ogni milione di abitanti. Katie fin da quando è bambina è dunque costretta a vivere le sue giornate chiusa in casa, aspettando il buio della sera per poter uscire per una passeggiata o incontrare i suoi sporadici amici. Fino ai 18 anni la vita di Katie ruota tutta attorno alla figura del padre, amorevole e protettivo, e a quella di Morgan, l’amica del cuore che ha saputo vincere i pregiudizi e vedere in Katie non solo una malata, ma prima di tutto una persona sensibile e intelligente. Una sera Katie incontra e finalmente parla con Charlie (interpretato da Patrick Schwarzeneggr, figlio di Arnold) il coetaneo che per anni ha visto, dalle finestre schermate della sua stanza, passare davanti alla sua casa. Ed è subito amore. Un amore, travolgente, tenero e bello che porta entrambi i ragazzi a esprime il meglio di sé stessi e a maturare scelte importanti per la vita.

Il sole a mezzanotte Midnight Sun si ispira ad un altro film, il giapponese Taiyō no uta girato nel 2006 dal regista Norihiro Koizumi e basato sul racconto autobiografico di una adolescente effettivamente affetta da tale malattia. Il diario di questa ragazza è divenuto, sempre in Giappone, una seguitissima serie televisiva. Il grande riscontro di pubblico avuto in tutto il mondo da questo tipo di narrazioni (si pensi ad esempio in Italia alla fortunata serie RAI Braccialetti rossi, o per restare in ambito cinematografico, al successo di Colpa delle stelle nel 2014 o ancora di Noi siamo tutto nel 2017) manifesta il bisogno evidente degli adolescenti di affrontare con una riflessione seria anche i temi della malattia e della morte. Temi che non possono essere solo dissimulati o rimossi, ma che pongono domande serie e cercano risposte. E la risposta più importante alla fine è sempre la stessa e cioè che, se è innegabile che esiste il male, è altrettanto vero che esiste l’amore e che, insieme, il male si può dunque affrontare e combattere. Il sole a mezzanotte Midnight Sun, inoltre, pur non ponendo mai il problema di Dio davanti all’esperienza del dolore e della malattia, apre ad un orizzonte di senso molto vicino a quello cristiano, riuscendo a trasmettere, alla fine, un forte messaggio di speranza.

Interessante risulta indubbiamente anche il ricorso alla musica per veicolare emozioni e permettere il progredire della narrazione filmica, non solo cronologicamente, ma anche in un percorso introspettivo nell’animo dei due giovani protagonisti. Katie suona infatti la chitarra e si racconta attraverso le sue canzoni, dolcissime e struggenti. In questo, il film di Scott Speer ha delle interessanti analogie con il film musical irlandese del 2006 Once (una volta) che racconta la delicata storia d’amore di due giovani musicisti.

Il lato debole de Il sole a mezzanotte Midnight Sun è, almeno per tutta la prima parte del film, una scrittura cinematografica ed una sceneggiatura troppo marcatamente “da adolescenti”. Alcune scene sembrerebbero più adatte ad una serie tv pomeridiana che al grande schermo. Un film che parla di adolescenti non è detto che debba usare per forza di cose stereotipi e modalità comunicative adolescenziali. Nella seconda parte il film comunque prende le ali e qualche lacrima è assicurata in un finale pieno di luce e buoni sentimenti.

Scrivi un commento...

Sull'autore

Alessio Graziani

Don Alessio Graziani, sacerdote della diocesi di Vicenza dal 2004, si è laureato in Scienze della Comunicazione all'Università di Verona. Giornalista pubblicista, è direttore dell'Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali e di Radio Oreb in Blu. Dal 2012 è presidente Acec Triveneta.