Sull’inconscio omicida di un’anziana madre e nonna s’avvia il racconto di Sotto le foglie di François Ozon, che torna a cimentarsi con una sceneggiatura originale dopo diversi adattamenti. Una scrittura, quella del suo 23° lungometraggio, raffinatissima ed equilibrata nel dosare ambiguità, tenerezza, malizia, thrilling e dolore. Volendo definirlo in generi, Sotto le foglie è un family drama tinto di giallo, dove però le regole del crime vengono ridisegnate ad hoc, secondo una pratica ormai inscritta nella cifra del prolifico regista francese, grande appassionato di Simenon. Al centro è Michelle (l’ottima Hélène Vincent), ottantenne parigina dall’allegro passato ora in buen retiro fra la natura, dove vive in solitudine con l’unica compagnia dell’amica Marie-Claude. Sua figlia ne detesta il vissuto ma le affida in vacanza il figlioletto Lucas, adorato dalla nonna. Capita che un fungo sbagliato, dato in pasto alla figlia, spezzi il già precario equilibrio con un effetto domino dai risvolti decisivi. Ozon ama i suoi personaggi e in questo lavoro, tra i suoi migliori, l’affetto cresce in profondità e rotondità tanto di scrittura quanto di regia. Il passato emerge senza flashback, i fantasmi incarnano la coscienza, e gli eventi salienti vivono nell’efficacia di un uso esemplare del fuoricampo. Una splendida opzione proposta dal cinema per informare la citata ambiguità interiore, rafforzando drammaturgia e narrazione di raffinata sospensione nel giudizio.
Sceneggiatura e regia: François Ozon
Cast: Hélène Vincent, Ludivine Sagnier, Josiane Balasko, Pierre Lottin
Francia 2024
Durata: 1h 42′