Max Brandel è un comico fallito che cerca faticosamente di rimettere insieme i pezzi della sua esistenza. Tornato a vivere con l’anziano padre Stan, burbero e caustico ma in fondo comprensivo, Max deve affrontare con l’ex moglie Jenna continue discussioni sul loro figlio Ezra, un undicenne brillante però affetto da autismo. Quando il ragazzo viene espulso dall’ennesima scuola per comportamenti aggressivi, per lui sembra profilarsi la necessità di un trasferimento in un istituto per ‘persone speciali’. Ma il padre, temendo che questa decisione possa etichettare Ezra come ‘diverso’ e limitarne le potenzialità di crescita, decide di portarlo via di casa, nel cuore della notte, intraprendendo un lungo viaggio attraverso gli Stati Uniti, da New York alla California…
Girato nel 2023, ispirato alle vicende personali dello sceneggiatore Tony Spiridakis e interpretato, nei panni di Ezra, dal sorprendente William A. Fitzgerald, realmente affetto da disturbo dello spettro autistico, In viaggio con mio figlio indaga senza retorica e senza patetismi il disagio psicologico e relazionale in età giovanile e, di riflesso, le difficoltà genitoriali nel rapporto con la ‘marginalità’ di un figlio. Niente affatto ricattatorio, né banalmente edulcorato, il film di Tony Goldwyn (anche attore, nel ruolo del compagno di Jenna) utilizza, al contrario, l’ironia per avvicinare le presunte ‘normalità’ e le supposte ‘anomalie’, restituendo così dignità, anche se sofferta, a tutti i membri di una catena familiare disgregata ma che, proprio attraverso la scelta coraggiosa di un padre, il suo gesto di reale, genuina prossimità verso il vivacissimo Ezra, ritrova la propria unità d’intenti. Spalancando agli occhi del ragazzo, per la prima volta, una concreta prospettiva di futuro.
Coerentemente con un taglio narrativo che non cede ai pietismi e ai luoghi comuni, In viaggio con mio figlio opta, sul versante stilistico, per una corrispondente forma briosa e vitale: i dialoghi serrati e le pungenti performance da stand-up comedian, in locali in cui il pubblico cerca solo un’estemporanea, corrosiva risata, sono regolati da un montaggio ritmico e agile, le gustose citazioni cinematografiche, con battute estratte da celebri film, si incastonano in un impianto visivo consapevolmente ‘irrequieto’, che rallenta saggiamente i propri giri durante gli incontri on the road di padre e figlio sulla strada che li conduce a Los Angeles. Funzionali a questo schema le interpretazioni, tutte di spessore: dal ruvido ma tenero nonno impersonato da Robert De Niro al nipote dall’intelligenza disturbata ma arguta reso vulnerabile e spiritoso da William A. Fitzgerald, fino al padre protettivo e puerile a cui Bobby Cannavale attribuisce un equilibrio tanto precario e dolente quanto resiliente e salvifico. Emblematico, in questo senso, il dialogo tra Stan e Max nel bar in cui l’anziano padre, per troppi anni risucchiato dalla paranoia, riconosce, commuovendosi, la sensibilità coscienziosa di un figlio divenuto a stento, a sua volta, papà.
Così, seppur chiuso da un finale frettoloso, In viaggio con mio figlio lascia sui titoli di coda l’immagine di una famiglia slabbrata ma che non smette di interrogarsi su di sé, sui propri errori, sulle proprie aspirazioni, su cosa è davvero giusto, per il bene di chi non sta bene, e su cosa, invece, è solo convenienza sociale. Innalzando la diversità a valore. Riportando al centro dei rapporti umani l’ascolto e la condivisione.
Regia: Tony Goldwyn
Interpreti: Bobby Cannavale, Rose Byrne, William A. Fitzgerald, Robert De Niro, Vera Farmiga
Nazionalità: Usa, 2023
Durata: 101’