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GIOIA MIA (Margherita Spampinato)
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Scritto, diretto e montato da Margherita Spampinato, Gioia mia è uno delle opere prime più rilevanti della produzione cinematografica italiana di quest’anno. Un esordio che colpisce per la lucidità dello sguardo e per la maturità stilistica con cui l’autrice palermitana articola un racconto intimo e profondo, attraversato da tensioni generazionali e fragilità sommerse. E che nella scelta di adottare uno sguardo “ad altezza di bambino” trova il fulcro espressivo, poiché le permette di far assumere al film una prospettiva laterale e innocente che gli dona un respiro autentico, senza mai schiacciare i personaggi sulla narrazione. È proprio questo posizionamento – delicato quanto partecipe, ma mai ingenuo – a rendere seducente la rappresentazione dellincontro/scontro tra un tredicenne e la prozia ottantenne, tra il Nord e il Sud di un’Italia divisa, tra l’attrazione verso la tecnologia e il peso della superstizione che sono il riflesso di due mondi che faticano a riconoscersi, soprattutto quando la sessualità diventa terreno di conflitto, paura e rivelazione.

Notevole l’intero cast che contribuisce a restituire un microcosmo nel quale i gesti quotidiani rivelano più delle parole. Tutte le interpretazioni sono infatti prive di sovrastrutture emotive e ogni personaggio rimane credibile e vulnerabile per l’intera durata del racconto, grazie a una direzione attenta ai dettagli, agli sguardi, ai non detti.

Spampinato mostra una notevole capacità di orchestrare gli spazi e le dinamiche relazionali, lavorando sugli scarti e sui piccoli attriti che progressivamente costruiscono il nucleo discorsivo del film. L’uso della macchina da presa accompagna tale intenzione, senza invadere né giudicare, limitandosi a stare accanto ai protagonisti, così da restituirne la complessità con pudore e rispetto.

Pur con qualche ingenuità tipica degli esordi, Gioia mia possiede una sincerità e una forza narrativa rare. Un’opera capace di far riflettere ed emozionare senza ricatti, il cui merito maggiore sta nel far intravedere una voce autoriale già riconoscibile.

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).

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