La Palma d’oro del 78° Festival di Cannes, assegnata a A simple accident di Jafar Panahi, certifica la qualità di un’edizione contrassegnata, in concorso, da un buon numero di opere significative, incentrate, in gran parte, su temi dirimenti nel confuso orizzonte contemporaneo: il bisogno di libertà contro ogni forma di oppressione, la ricucitura delle relazioni interpersonali e familiari, la riflessione di matrice filosofico-esistenziale, con il cinema, punto di incontro fra arte e vita, a fare da fil rouge a molti film in gara. Se il lungometraggio del regista iraniano, politico, intimo e lacerante, ma ispirato a disegni di pace, ha trovato tutti d’accordo sulla Croisette, sintesi perfetta tra sguardo sulla realtà e lavoro sui generi, il Gran Premio della giuria presieduta da Juliette Binoche, attribuito a Sentimental Value del norvegese Joachim Trier, colloca sotto i riflettori un’opera che, fra dramma e commedia, si muove lungo l’asse della ricerca identitaria, mentre il doppio Premio della giuria, conferito ex æquo a Sirat dello spagnolo Oliver Laxe e a Sound of falling della tedesca Mascha Schilinski, entrambi profondi e ammalianti, lancia sulla scena mondiale due firme di estremo interesse registico. Due riconoscimenti, meritati, per O agente secreto, miglior regia per il brasiliano Kleber Mendonça Filho e miglior attore, Wagner Moura, protagonista di un film sull’importanza della memoria, specchio riflettente di un intero Paese e delle sue contraddizioni. Ai fratelli Dardenne, e alla loro attenta, solidale ricognizione sulla maternità, racchiusa in Jeunes mères, l’ennesimo premio, stavolta alla sceneggiatura, di una carriera da incorniciare. Giovane anche l’attrice vincitrice di Cannes 2025, Nadia Melliti, per la sua interpretazione in La petite dernière di Hafsia Herzi. Ultimo in elenco, ma primo per il talento visionario e lo straordinario omaggio alla settima arte, il Premio speciale della giuria a Resurrection del cinese Bi Gan.
IL PALMARÈS Lo sguardo sulla realtà
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