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MONSIEUR AZNAVOUR (Mehdi Idir, Grand Corps Malade)
For me... formidable

L’intera parabola umana e artistica di Charles Aznavour, dall’infanzia segnata dalle origini armene e dalle difficoltà economiche fino all’affermazione come uno dei più grandi chansonnier del Novecento. Attraversando decenni di carriera, incontri decisivi, successi planetari e crisi personali, il film prova a restituire il ritratto di un artista instancabile, animato da una vocazione assoluta per la musica e la scena, capace di trasformare le fragilità in cifra espressiva e di imporsi come icona culturale internazionale.

Monsieur Aznavour si inserisce nel solco assai frequentato del biopic musicale contemporaneo, scegliendo però la strada più prevedibile e meno rischiosa: quella del racconto-compilation, costruito come una lunga sequenza di momenti salienti e di brani celebri, più interessato a riprodurre un “best of” dell’autore che a interrogarne davvero la complessità della figura. Il risultato è un film che attraversa interamente la vita di Charles Aznavour senza riuscire a trovarne una vera sintesi, affidandosi a una progressione cronologica esaustiva ma dispersiva, che finisce per appiattire le zone d’ombra e rendere il racconto prolisso, se non apertamente agiografico.

L’impressione è che l’opera rinunci fin dall’inizio a un punto di vista forte, preferendo accumulare episodi, successi e riconoscimenti piuttosto che selezionare un nodo, per non dire una frattura o un conflitto capaci di illuminare l’uomo oltre il mito. In questo modo Aznavour resta un’icona osservata da vicino ma che rimane distante, più celebrata che problematizzata, e la sua vicenda perde progressivamente tensione drammaturgica.

Anche la prova del protagonista convince solo in parte: pur animata da impegno e da un’evidente attenzione mimetica, sconta una distanza fisica e corporea troppo marcata rispetto al personaggio interpretato, che rende difficile l’immedesimazione. Il lavoro attoriale resta così schiacciato su un mimetismo rispettoso ma raramente rivelatore, che rimane in superficie e risulta così incapace di restituire quella contraddizione interiore che ha alimentato l’arte di Aznavour.

La regia asseconda tale impianto, privilegiando una messinscena spesso virtuosistica, ricca di articolati travelling (alcuni peraltro prodigiosi), raccordi elaborati e soluzioni formali più vistose che adeguate. Più che sostenere il racconto infatti, tali scelte finiscono per inciderlo cosmeticamente, sottolineando l’artificio invece che farsi strumento per scavare nella materia emotiva, la decorazione all’introspezione. Monsieur Aznavour resta così un omaggio corretto e patinato, che potrà soddisfare i fan dell’artista, ma che appare come un biopic incapace di elevarsi dalla mediocrità.

Cast & Credits

Regia: Mehdi Idir, Grand Corps Malade
con Tahar Rahim, Bastien Bouillon, Marie-Julie Baup

Francia/Belgio/Bulgaria 2024

Durata: 134′

 

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).

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