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NOSFERATU (Robert Eggers)
La discutibile rilettura di un capolavoro

Nella cittadina tedesca di Wisborg, nel 1838, i giovani Thomas ed Ellen Hutter sono freschi sposi desiderosi di metter su famiglia in agi migliori. Per questo quando a Thomas, impiegato presso l’agente immobiliare Knock, viene chiesto di recarsi nel cuore dei Carpazi, in Transilvania, per finalizzare la vendita di una tenuta con il conte Orlok, questi non esista a intraprendere il lungo viaggio, per quanto rischioso possa manifestarsi. Una volta nelle vicinanze, il giovane viene travolto da un’atmosfera sinistra che non tarderà a rivelare la vera natura del suo cliente. Nel frattempo Ellen inizia ad avere strani incubi, ammalandosi di un’inquietudine connessa all’esperienza coeva del marito.

Dopo il classico di F. W. Murnau – Nosferatu il vampiro – del 1922 e il suo remake a firma di Werner Herzog del 1979, ecco arrivare il terzo testo cinematografico “fedele” a questi due per la regia di Robert Eggers. È infatti il capolavoro del cinema muto il vero modello ispiratore del cineasta statunitense, volutamente allontanatosi dal Dracula di Bram Stoker a cui invece si rifece Francis Ford Coppola per il suo omonimo film del 1992. Eggers, avvalendosi di un cast altisonante ma anche originale (nel ruolo del vecchio conte vampiro ha ingaggiato il giovane svedese Bill Skarsgård, il quarto nonché figlio minore di Stellan), mette a punto un’opera di estrema ambizione, maturata da un’idea generata una decina di anni fa. Con una parte iniziale che sembra una mimesi dell’originale – alcuni dialoghi suonano come la trasposizione precisa delle didascalie di Murnau – il nuovo Nosferatu (che supera le due ore di durata) allunga drammaturgico-narrativamente quel testo andando ad aggiungere più dettagli alle gesta del medico-alchimista Albin Eberhart Von Franz (interpretato da Willem Dafoe) e al suo rapporto con la famiglia Hutter ma anche con quella degli Harding nella Wisborg vessata dalla peste. Le suggestive atmosfere da horror classico sono ben espresse da Eggers, che a tal genere ha affidato quasi l’intera sua filmografia, ma l’esasperazione che appesantisce taluni elementi della messa in scena non giovano a un dramma su cui già gravano troppi confronti col passato. Anche la rappresentazione fisica del vampiro va a culminare in una mostrificazione poco credibile, quasi parodistica, laddove era evidentemente l’iconica nonché perturbante “ombra” a scatenare l’orrore più che l’incarnazione della persona in sé. Purtroppo, dunque, l’esito complessivo di Nosferatu di Eggers segnala più elementi di criticità che non di valore.

Nosferatu

Sceneggiatura e regia: Robert Eggers

Cast:  Bill Skarsgård, Nicholas Hoult, Lily-Rose Depp, Aaron Taylor-Johnson, Emma Corin, Willem Dafoe

Durata: 132’

USA 2024

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.