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L’ETRANGER (François Ozon)
Killing an Arab

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Adattamento dell’omonimo romanzo di Albert Camus, il ventiquattresimo lungometraggio diretto da François Ozon si segnala innanzitutto perché segna il primo confronto tra il prolifico regista parigino e un’opera di assoluta autorevolezza, tra le più importanti della letteratura mondiale. Un’operazione che, se a uno sguardo superficiale potrebbe sembrare illustrativa in considerazione della sostanziale fedeltà del testo audiovisivo verso quello letterario, in realtà è ritemprata dalle scelte di Ozon – sia quelle operate in fase di scrittura sia quelle di messinscena -, capaci di proiettare l’opera sull’orizzonte contemporaneo, conservandone lo spirito esistenzialista ma connettendola allo spirito del tempo. 

Se infatti l’elegante bianco e nero con il quale incornicia la vicenda lo porta a definirne la chiave espressiva, giocando sagacemente sui contrasti e dando importanza alle zone d’ombra, le rare ma significative deviazioni dal testo originario – un breve dialogo tra due donne, una sequenza onirica nella quale il protagonista Mersault sogna la propria decapitazione, l’iconica immagine finale della tomba dell’arabo ucciso in riva al mare, l’inserimento sui titoli di coda di Killing an arab, il celebre brano d’esordio dei Cure – proiettano il testo direttamente sull’oggi, facendo di Mersault il prototipo dell’Individuo moderno, indifferente a ogni emozione, impassibile di fronte alla tragedia e incapace di dare senso alle proprie azioni. Una rilettura alla cui pregevolezza contribuisce anche un cast ben amalgamato, che si avvale della rimarchevole interpretazione di Benjamin Voisin, capace di non far rimpiangere Marcello Mastroianni nel ruolo del protagonista.

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).