In evidenza News Vita associativa

Il CINEMA AURORA di Borgo Venezia di Verona festeggia i 90 anni
L'intervista ai volontari

Cinema Aurora

La Sala della Comunità Cinema Aurora, fondata nel 1935, nel quartiere Borgo Venezia di Verona, celebra i suoi 90 anni, un traguardo che testimonia la sua straordinaria resilienza. Questa storica struttura non è solo un cinema parrocchiale, ma il cuore pulsante di aggregazione per l’intera comunità. Nel corso della sua storia, la Sala ha superato gravi avversità, incluse chiusure e una quasi totale distruzione causata da un incendio. La sua longevità e la sua rinascita in ogni occasione sono state possibili esclusivamente grazie alla forza inattesa e alla generosità popolare: i cittadini hanno raccolto l’ingente sostegno finanziario e morale necessario per i lavori di risistemazione, riconoscendola come un punto di riferimento insostituibile. I veri custodi di questo luogo sono i volontari, uomini e donne che dedicano con passione il loro tempo libero all’organizzazione di eventi e alla manutenzione. In occasione di questa celebrazione, abbiamo rivolto loro alcune domande.

Dall’Incendio al 90° Anniversario, qual è il ricordo o il momento più significativo che avete vissuto all’interno della Sala della Comunità e che meglio simboleggia la resilienza di questo luogo?

Il primo avvenne con la chiusura della sala nel 1985, a seguito delle nuove normative sulla sicurezza emesse dopo il tragico incendio del Cinema Statuto di Torino. Dopo tre anni il parroco di allora, don Riccardo Adami, propose un referendum alla comunità parrocchiale sulla destinazione da dare alla vecchia struttura: vendere? Affittare? O gestire la nuova sala? La comunità decise per la terza soluzione. Si diede così il via alla progettazione e agli onerosi lavori di ristrutturazione e ammodernamento della sala, con la realizzazione di nuovi accessi e nuove uscite di sicurezza e con la riduzione dei posti a sedere da 615 a 333. I lavori furono finanziati, oltre che da un mutuo acceso dalla parrocchia, anche dai prestiti senza interessi fatti da numerosi parrocchiani. Segno questo dell’”amore” della comunità verso questa sala. Si arriva così a sabato 19 ottobre 1991 e dopo 56 anni dalla prima proiezione, si inaugura la nuova sala cinematografica. Il secondo momento fu il passaggio dalla pellicola tradizionale al digitale, con la chiusura di 6-7 mesi il tempo necessario per poter comperare la macchina con l’aiuto di tanti prestiti senza interessi della gente della comunità. Il terzo momento corrisponde alla riapertura dopo il Covid, dove non si sapeva come potevano rispondere le persone dopo un’esperienza del genere. Cinema Aurora

Molti di voi dedicano tempo e sforzi pur non avendo un tornaconto economico. Cosa vi spinge, personalmente, a mantenere vivo un luogo come la Sala della Comunità e quali sono le soddisfazioni più grandi che l’attività di volontariato vi regala?

La convinzione che la sala stia sempre più diventando uno dei punti di riferimento culturali non solo per la parrocchia e il borgo dove è inserita, ma anche per tutta la città. Diverse associazioni culturali e/o sociali fanno riferimento alla nostra sala: si crea collaborazione per organizzare eventi, partecipano ad eventi organizzati da noi.

In un’epoca dominata dallo streaming e dai grandi multisala, quali sono le maggiori sfide che affrontate oggi per continuare ad attrarre pubblico e mantenere la Sala il punto di riferimento di aggregazione e dialogo per il quartiere?

La sfida principale risiede nella ricerca di film che non seguano la normale programmazione nelle sale cittadine, film d’essai, film tematici che possono interessare le diverse associazioni con cui collaboriamo.

Guardando ai prossimi anni, quale sogno o obiettivo concreto vorreste realizzare per la Sala della Comunità per far sì che possa celebrare, con lo stesso spirito, anche il traguardo del centenario?

L’impegno si concentra sulla costante attenzione e apertura alle realtà cittadine che si occupano degli ultimi, delle problematiche sociali e della persona. Si intende inoltre promuovere lo sviluppo di collaborazioni con le scuole del territorio, con associazioni che promuovono spettacoli teatrali e con realtà giovanili attive nella diffusione della cultura a tutto tondo, in particolare per la fascia under 40. Infine, è fondamentale la ricerca di sinergie con gli uffici della Diocesi che promuovono cultura o che sono presenti sul territorio, come la Caritas.

Gianni Scalera

Scrivi un commento...

Sull'autore

Redazione

Lascia un commento