Un grande progetto di famiglia, l’idea di partire che nasce e si sviluppa nel proprio giardino. Come nei grandi viaggi il punto non è arrivare, ma il viaggio stesso. È questa la potente suggestione che propone Una barca in giardino, un film d’animazione che faticherà a intercettare il pubblico giovane, ma risuonerà fortissimo negli adulti.

Lo sguardo interpellato

Il tentativo di un uomo di tenere insieme la famiglia e farsi comprendere dal figlio dicendo con il lavoro ciò che non riesce a parole. Le assi di legno fresate e curate sono un paesaggio dell’anima che parte dal dato fisico per diventare simbolico.

Una barca in giardino

Il paesaggio dell’anima di Una barca in giardino

L’affetto tra maschi è spesso una questione di gesti, più che di parole. Lo è sicuramente per Pierre, il padre di François. Nel 1950 lui ha 36 anni, mentre il figlio, nato da un altro uomo, sta attraversando il delicato periodo della pre adolescenza. Pierre vive nel suo tempo, un’epoca oscura minata dal fresco ricordo della guerra dove la pedagogia era solo un insieme più o meno casuale di rimproveri e sberle. 

Prima da solo, poi insieme alla moglie e al figlio, inizia un progetto folle: ricostruire in scala 1:1 la barca di Joshua Slocum, il primo navigatore ad aver compiuto il giro del mondo in solitaria. François si appassiona all’impresa, trovando nell’ossatura dell’imbarcazione una nuova casa.

Una barca in giardino racconta così di un viaggio immobile che riempie la vita famigliare per cinque anni, quelli in cui un bambino diventa ragazzo, ma anche quelli in cui la famiglia deve stringersi per verificare sé stessa, mentre il padre biologico di François ritorna a farsi vivo attraverso lettere e inviti.

Cosa significa questa barca, perché sembra destinata a non essere finita? Si risponde con Proverbi 22:6: “Ammaestra il fanciullo sulla via da seguire, ed egli non se ne allontanerà neppure quando sarà vecchio.” L’insegnamento è un’attività mostrativa, senza troppe parole. È un investimento per il futuro, che il fanciullo non capirà al momento, ma quando sarà adulto a sua volta. L’uomo semplice, con una grande cultura pratica e meno teorica, si dimostra un filosofo di vita.

Comunicare è fare. Il gesto d’amore non è qualcosda di plateale, da film o da social media, è invece un sogno condiviso. Ecco una grandissima immagine per descrivere le fatiche che danno senso alla famiglia: c’è l’immenso desiderio di salpare e vedere il mondo pur costretti a restare nel proprio giardino.

Non si partirà mai, non è quello che conta, ma alla fine quella barca diventerà un rifugio per la famiglia, con le cuccette troppo piccole mentre François cresce a vista d’occhio. Un progetto comune è in realtà un profondo atto d’amore.

I legami di Una barca in giardino

Mentre The brutalist racconta in maniera magniloquente le ossessioni e i progetti titanici, Una barca in giardino mostra una cosa molto simile, ma di registro opposto. Va sul piccolo e si concentra sull’attesa come ne Le stagioni di Louise.

Ma da rivedere, sul tema della paternità, è un capolavoro che appare strettamente legato: il Pinocchio di Guillermo del Toro, un film perfetto per il grande schermo che venne sfiancato da un’uscita limitata per poi approdare in esclusiva in piattaforma.

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Sull'autore

Gabriele Lingiardi