Venezia 82 Festival Schede Cinema Filmcronache

IL PALMARÈS

C’è il marchio di una forte impronta a stelle e strisce, nel verdetto della 82ª Mostra del cinema di Venezia, riconducibile con ogni evidenza al presidente di giuria, lo statunitense Alexander Payne. Un segno rintracciabile sia nel Leone d’oro assegnato a Father Mother Sister Brother di Jim Jarmusch, sia, soprattutto, nel Leone d’argento per la miglior regia conferito a Benny Safdie per il suo The Smashing Machine, ritratto anonimo e scontato di un campione di arti marziali miste degli anni Novanta. La collocazione sul gradino più alto del podio del film di Jarmusch riconosce certamente il valore di un’opera intima, minimalista e sottilmente ironica, incentrata sulle relazioni familiari, ma l’impressione, come lo scorso anno al Lido nei confronti di Pedro Almodòvar, è che si sia voluta gratificare più l’intera carriera del cineasta indipendente americano che l’effettiva qualità del suo ultimo lungometraggio. Al favorito della vigilia, The Voice of Hind Rajab della tunisina Kaouther Ben Hania, straziante ricostruzione della morte di una bambina di cinque anni. intrappolata in un’auto sotto attacco israeliano a Gaza, un Gran premio della giuria che contrassegna con il timbro politico l’intera Mostra 2025. Due riconoscimenti importanti al cinema italiano, il Premio speciale della giuria a Sotto le nuvole di Gianfranco Rosi, suggestivo racconto in bianco e nero della città di Napoli, e la Coppa Volpi per il miglior attore a Toni Servillo, protagonista de La grazia di Paolo Sorrentino nei panni di un Presidente della Repubblica nel pieno del ‘semestre bianco’. Se l’altra Coppa Volpi è finita nelle mani dell’attrice cinese Xin Zhilei per The sun rises on us all, il Premio per la sceneggiatura è toccato infine a Valerie Donzelli e al suo rigoroso À pied d’oeuvre. Tante, però, le esclusioni illustri, dal vigoroso No other choice del sudcoreano Park Chan-wook al poetico e magnetico Silent friend, della regista ungherese Ildikó Enyedi: troppo poco, a detta di molti, Il Premio Mastroianni attribuito ad una delle interpreti, la giovane Luna Wedler.

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.

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