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LATE FAME, la recensione del film di Kent Jones
Gli orizzonti di Venezia 82

Late Fame

Quali sono le dinamiche della fama e del successo? Cosa rende un artista più speciale dell’avventore abituale di un bar? Late Fame in concorso per gli Orizzonti alla 82° Mostra del Cinema di Venezia, ci porta a Soho, nel quartiere newyorchese che fu luogo di espressione degli artisti negli anni Settanta. Ed Saxberger (Willem Dafoe) è un impiegato dell’ufficio postale prossimo alla pensione.

Una sera, senza preavviso, si presenta alla sua porta un giovane ammiratore pieno di entusiasmo, dal linguaggio colto e misurato. Saxberger viene trascinato in una cerchia di giovani e strampalati intellettuali che lo consacrano come un genio ritrovato per la sua unica opera: una raccolta di poesie stampata al suo arrivo in Città, molti anni prima. Nel gruppo spicca Gloria (Greta Lee), donna matura, attrice e musa della compagnia.

Nel rapporto con la donna, Saxberger inizia gradualmente a misurare la vera natura del suo nuovo circolo poetico. L’organizzazione di un reading di poesie sarà il momento disvelatore di che cosa sia questa fama tardiva di cui è investito. Kent Jones, regista, autore, saggista e direttore del New York Film Festival, si ispira al romanzo Fama Tardiva (1895) di Arthur Schnitzler, per la sua seconda opera di fiction. Sostituisce le atmosfere viennesi di fine ottocento con la New York dei nostri giorni, mantenendo intatto lo spirito originale del racconto di Schnitzler.

Dal punto di vista formale il film non ha grandi sussulti. Lo spettatore è accompagnato negli spazi e nel modo di vivere di una grande città di cui conosciamo molto, confermandoci quanto possa essere colma di quotidianità, striata da successi e insuccessi; di quanto sia difficile emergere con l’arte e la poesia in un mondo in cui a governare tutto sono il denaro e i social media.

Kent è abile nel descrivere il contrasto tra l’alto e il basso, tra il sofisticato e l’ordinario, tra i sogni e la realtà. A dare carne e voce a questo mondo è Dafoe, perfetto nei panni dell’attempato poeta e impiegato postale -come Charles Bukowski, terranno a sottolineare i giovani ammiratori- che ha vissuto realmente la cultura newyorkese degli anni Settanta e di questo vissuto fa trasparire tutto nel suo personaggio. A sorreggerlo la controparte femminile, splendida e decadente, interpretata da Lee, cantante e attrice che pone tutta la fisicità nel dare corpo al personaggio di Gloria.
Il film è di prossima uscita nelle sale.

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Sull'autore

Simone Agnetti

Simone E. Agnetti, Brescia 1979, è Laureato con una tesi sul Cinema di Famiglia all’Università Cattolica di Brescia, è animatore culturale e organizzatore di eventi, collabora con ANCCI e ACEC, promuove iniziative artistiche, storiche, culturali e cinematografiche.

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