GUARDA LA VIDEORECENSIONE:
LEGGI LA RECENSIONE:
Traduzione per lo schermo di The ax, il romanzo-thriller scritto dallo statunitense Donald E. Westlake già trasposto nel 2005 da Costa Gavras con Cacciatore di teste, No other choice rappresenta l’opus numero 12 del sudcoreano Park Chan-wook che sceglie di incentrarla sul tema del lavoro e del suo sempre più complesso mercato nello spietato orizzonte turbocapitalista.
Il protagonista – interpretato da Lee Byung-hun, attore lanciato proprio dal regista all’inizio della sua carriera – è infatti un lavoratore di una cartiera costretta a chiudere, determinato a farsi assumere da un’altra azienda a costo di eliminare i suoi possibili rivali. Un tema di grande attualità che il regista di Seul innerva in una commedia nera, mescolando come al solito abilmente i toni thriller con quelli della commedia, e sostenuto da uno stile ormai riconoscibile nel quale il lavoro, raffinato quanto affilato, sull’inquadratura costruisce sempre letture stratificate delle immagini prodotte, alle quali contribuisce notevolmente l’apporto fotografico (qui elevato dalla dimensione chiaroscurale nella quale è incorniciata la vicenda); mentre quello sulla narrazione è come sempre impreziosito dal montaggio vertiginoso e musicale composto insieme al fidato Kim Sang-bum, che qui firma la sua nona collaborazione con il regista. In tal senso No other choice non è da interpretare come un “semplice” remake, ma come un vero e proprio lavoro di riscrittura, ovvero di ricollocazione di un testo ancora fortemente connotato di attualità nell’orizzonte contemporaneo. E non solo come riflessione, amara quanto divertente, sul tema del lavoro, ma come rappresentazione di un mondo inaridito, nel quale sotto la disperazione prodotta dalla perdita dell’occupazione si cela il pericolo di una società in cui la solidarietà è affogata dal solipsismo.