Roma Festival

PER TE – La recensione del film
Festa del Cinema di Roma

Pe te

Buster Keaton era il comico triste del cinema muto, con un volto impassibile e un’espressione quasi attonita, ma con una straordinaria capacità di farci ridere, giocando sul paradosso, o forse sulla verità umana, che mescola costantemente commedia e tragedia. Perché così è la vita, anche quella di Paolo, che si scopre, poco più che quarantenne, affetto da una rara forma di Alzheimer precoce: deve capire come affrontarlo, ma soprattutto deve capire come comunicarlo al figlio Mattia di undici anni.

Questa ricerca del momento giusto è il filo rosso che cuce insieme momenti d’affetto ma anche incomprensioni, recupero di relazioni abbandonate, discorsi sulla solitudine, ma anche sul coraggio e la capacità di resistere, al tempo, alla perdita, alla memoria che se ne va. Sembrano pesantissimi ma sono trattati con grande leggerezza, i temi del film “Per te” di Alessandro Aronadio con Edoardo Leo, Teresa Saponangelo e Javier Francesco Leoni, presentato alla Festa del cinema di Roma in collaborazione con Alice nella città, e ispirato al libro “Un tempo piccolo” di Serenella Antoniazzi (Gemma Edizioni).

La storia è quella vera della famiglia Piccoli di Concordia Sagittaria nel veneziano, nota per lo straordinario sostegno che ha saputo dare Mattia al padre, tanto da essere insignito nel 2021 del titolo di Alfiere della Repubblica. Un’esperienza narrata nel film a colpi di metafore (tante le citazioni dalla “memoria” del cinema, che da Buster Keaton si spingono fino a “Singin’ in the rain” e a “Rocky”), battute memorabili (“non è tanto l’avere paura, ma cosa ci fai con quella paura”), scene di complicità emotiva ma anche pratica (quando Paolo fa scuola guida a Mattia, per anticipare un periodo che gli sarà interdetto). Come una favola “Per te” ci racconta di un padre e di un figlio che lentamente si scambiano i ruoli, e quando Paolo entrerà in una fase degenerativa importante, Mattia sarà lì, a spiegargli come ci si rade, come non ci si perde per strada, come si possono immaginare scene di una vita non ancora vissuta, attraverso i collage che posizionano le sagome dei componenti della famiglia in luoghi lontani del mondo. E quando il mondo sembra mancare sotto ai piedi l’importante è prendersi cura dell’altro, perché di questo ci parla “Per te”, della forza delle persone che si voglio bene, una forza capace di trascendere il tempo e lo spazio, e di vincere, anche sulla malattia più difficile da accettare.

Un’opera rara, proprio come lo è l’Alzheimer precoce, perché può intercettare con profondità un pubblico veramente trasversale ed essere stimolo per progetti che le Sale della comunità possono proporre a famiglie, scuole, coppie, caregiver, stimolando riflessioni e consapevolezze sulla possibilità per ciascuno di noi, di concorrere a costruire un futuro accessibile a tutti, anche a chi, come Paolo, resta senza passato.

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Sull'autore

Elena Grassi

Laureata in Scienze delle comunicazione all’Università di Trieste, ha conseguito il master in Educazione audiovisiva e multimediale e il Dottorato di Ricerca in Scienze Pedagogiche all’Università di Padova. Giornalista e critico cinematografico, lavora da educatore audiovisivo per enti pubblici e privati ed è consulente per l’Acec del progetto Junior Cinema.

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