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THE LAST VIKING, la recensione del film di Anders Thomas Jensen
Venezia 82 fuori concorso

The Last Viking

The Last Viking: una commedia nera come specchio dell’inclusione

Se il mondo fosse costruito a misura dei più fragili, forse potremmo essere tutti felici allo stesso modo. È questo il tema che attraversa Den Sidste Viking (The Last Viking), sesto lungometraggio del brillante regista e sceneggiatore danese Anders Thomas Jensen, presentato fuori concorso all’82ª Mostra del Cinema di Venezia.

Condannato per rapina, Anker torna a casa dopo quindici anni di carcere. Ad attenderlo ci sono la sorella Freja e il fratello Manfred, al quale, poco prima dell’arresto, aveva affidato il compito di nascondere la refurtiva nei boschi attorno alla loro casa di famiglia. Manfred soffre di un disturbo dissociativo che da ragazzo lo portava a identificarsi in un vichingo e che ora, con il ritorno del fratello, lo spinge a vedersi come John Lennon, rifiutando che gli altri non lo riconoscano come tale. Oggi Manfred/John sembra aver dimenticato del tutto il nascondiglio del bottino: questo diventa il pretesto per un viaggio che conduce i due fratelli non solo alla ricerca del denaro sepolto, ma anche – quasi loro malgrado – a confrontarsi con un passato doloroso a lungo rimosso. Il punto di contatto tra Anker e Manfred si rivela possibile solo quando il mondo inizia ad adattarsi alla visione dissociata ma, in fondo, altrettanto plausibile, in cui Manfred vive.

Sulla scia dei lavori precedenti, ma con una regia ancora più fluida e incisiva, Jensen costruisce una black comedy capace di attraversare senza sforzo registri narrativi diversi – dal dramma alla commedia, dal thriller alla riflessione psicologica – senza mai scadere nella confusione. I temi affrontati spaziano dalla malattia mentale al trauma infantile, dalla complessità dei legami familiari all’utopia di una comunità che si modella sui bisogni dei suoi membri per sostenerli. In fondo, nessuno è davvero “diverso” se tutti lo siamo.

L’interpretazione intensa di Nikolaj Lie Kaas e Mads Mikkelsen – già compagni di scena in altre pellicole di Jensen – dà vita a personaggi complessi, che si avvicinano e si allontanano come in una danza perfettamente coreografata, senza mai scivolare nel macchiettistico.

Distribuito in Italia da Plaion Pictures, The Last Viking offre spunti ricchi e attuali – dall’inclusività all’accoglienza dell’altro, passando per l’idea di un mondo che si piega per far spazio a ciascuno – capaci di stimolare una riflessione adulta sulle molteplici sfumature del linguaggio cinematografico che Jensen ancora una volta riesce a mettere in gioco.

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Sull'autore

Stefano Ruggeri

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