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THE MENU (Mark Mylod)
Inquietudini culinarie

Una coppia, Margot (Anya Taylor-Joy) e Tyler (Nicholas Hoult), si reca su un’isola costiera degli Stati Uniti nord-occidentali per mangiare in un ristorante esclusivo, Hawthorn, dove il solitario Chef stellato Julian Slowik (Ralph Fiennes), famoso in tutto il mondo, ha preparato un sontuoso menù degustazione per alcuni ospiti speciali appositamente selezionati. Oltre alla coppia, ci sono tre giovani esperti di informatica già ubriachi, una coppia benestante e più anziana, la celebre critica gastronomica Lillian Bloom (Janet McTeer) e il suo servile caporedattore, e una famosa star del cinema con la sua assistente. Organizzata dai membri impeccabilmente vestiti del personale di sala, diretto da Elsa (Hong Chau), la serata è dominata da una tensione crescente che aleggia su ciascun tavolo degli ospiti mentre vengono svelati segreti e vengono serviti piatti inaspettati. Con l’addentrarsi della serata e l’avvicendarsi delle portate iniziano a verificarsi situazioni inquietanti, culminanti con un finale a sorpresa. 

Regista britannico capace di restituire visivamente personaggi complessi e articolati (specie nelle serie tv Il Trono di Spade e Succession), Mark Mylod ha confezionato un testo cinematografico dalla sapiente mescolanza di generi,  atta a evidenziare uno sguardo avvincente e originale, lucidamente reattivo alle aspettative del pubblico contemporaneo.  Del resto la sceneggiatura di Seth Reiss & Will Tracy non sarebbe passata indenne dalle mani (in questo caso produttive) di Adam McKay non fosse stata impeccabile. Questi ha poi delegato il collega Mylod alla regia, e così facendo gli ha permesso di riformulare la dark comedy corale a sfondo socio/politico vibrata sul registro della satira tagliente e dello psico-thriller orrorifico. Perché The Menu è tutto questo, e anche altro, nel suo presentarsi nel comodo abito narrativo del culinary movie.  Certamente debitore di opere fondative della coralità dark (da Festen di Thomas Vinterberg a svariati lavori di Robert Altman, dal Magnolia di PT Anderson fino all’intera e premiatissima filmografia dello svedese Robert Östlund), The Menu disinnesca il genere ripristinandone la tensione profonda in un procedere per scarti drammaturgici.  Questi si evidenziano, ad esempio, nella scenografia liquida e perfettamente inscritta a valorizzare le mutazioni in essere: nel corso della cena, prima che il sole tramonti sull’acqua, il paesaggio all’esterno è visibile attraverso una grande finestra panoramica che, a livello inconscio, genera negli spettatori il desiderio di fuggire. Questo panorama drammatico, asimmetrico, maestoso e austero è un riferimento all’espressionismo tedesco così come all’architettura finlandese. Ed è, appunto mutevole, come i suoi personaggi, i cui “segreti e bugie” emergono dalla spoliazione da indumenti falsi e ipocriti.  Slowik, interpretato da un superbo Ralph Fiennes, è certamente un “angelo sterminatore” alla Bunuel, ma dipinto nel dolente carisma di chi vuole demolire il prossimo convincendolo che è giusto così. Un film sorprendente seppur ascritto a una formula non nuova eppure capace di incidere nella memoria per il suo sguardo a tutto tondo.

The Menu

Regia: Mark Mylod

Cast: Ralph Fiennes, Anya Taylor-Joy,  Nicholas Hoult, Hong Chau, Janet McTeer, Judith Light

USA, 107′

 

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.