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UNA BATTAGLIA DOPO L’ALTRA (Paul Thomas Anderson)
L’epica beffarda dell’utopia americana

Decimo lungometraggio di Paul Thomas Anderson, Una battaglia dopo l’altra è il secondo adattamento sceneggiato e diretto dal regista californiano da un romanzo di Thomas Pynchon, in questo caso Vineland. Ma, a differenza di Vizio di forma del 2014 che aderiva fedelmente al testo letterario, qui la trasposizione si distanzia dalla fonte originaria, a partire dalla collocazione contemporanea. Lasciato nel serbatoio delle idee per vent’anni, Una battaglia dopo l’altra unisce il desiderio del più talentuoso cantore d’America della sua generazione di raccontare di un’indomita rivoluzionaria attraverso l’action movie sotto l’egida di Pynchon.  Al centro, infatti, è lo spirito libero di Perfidia che, attivista nel gruppo rivoluzionario dei French 75, elabora piani di sabotaggio dell’establishment insieme al compagno Bob. Troppo ribelle per fare la mamma, quando nasce Willa, la donna sceglie di scomparire per sempre dalla vita di Bob e della bimba, che nel frattempo cresce adolescente intraprendente e impavida come la madre, che mai ha conosciuto.

Emozionante, adrenalinico, brillante, corrosivamente politico e teneramente poetico, questo nuovo gioiello a firma Paul Thomas Anderson non solo fornisce l’ennesima conferma della sua versatilità, ma ne segnala una maturazione nello sguardo, fattosi più umanista e, se vogliamo, anche politico nel senso più profondo del termine. Perché il suo testo mette in scena l’utopia rivoluzionaria a tre dimensioni: quella della famiglia, quella della società, e quella della politica. Ne esce un affresco esplosivo, dirompente e carico di humor su un’America lacerata, parodia di se stessa, grottescamente irreggimentata nella figura di un colonnello dai mille tic posto a capo della frontiera col Messico. Lasciando da parte la leggiadria di Licorice Pizza ma abbracciandone l’energia, Una battaglia dopo l’altra è il racconto dei paradossi contemporanei cui trova soluzione, suo malgrado, l’amore di un padre, per quanto sgangherato. Girato nella maestosità di VistaVision con Anderson a curare personalmente la cinematografia, il film vibra delle magistrali interpretazioni di Leonardo Di Caprio – alla sua prima col regista del Petroliere – e di Sean Penn, e ritrova per la sesta volta le note pungenti e geniali di Jonny Greenwood a far da contrappunto a questa grande, epica e immaginifica commedia sulla tragica follia americana.

Sceneggiatura e regia: Paul Thomas Anderson

Cast: Leonardo Di Caprio, Sean Penn, Chase Infiniti, Teyana Taylor, Benicio Del Toro

USA 2025

Durata: 170′

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.