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EDEN (Ron Howard)
Uno scontato gioco al massacro

Tra le due guerre mondiali, il filosofo tedesco Friedrich Ritter si trasferisce sull’isola disabitata di Floreana, nelle remote Galapagos, insieme alla sua discepola e amante Dore Strauch. La loro ricerca di un nuovo modello di società ispira Heinz Wittmer, vedovo e veterano della guerra di trincea, che si reca a sua volta nelle Galapagos con la giovane moglie Margret e il figlio Harry, affetto da tubercolosi. Il loro arrivo scatena però l’ostilità del dr. Ritter, che non accetta alcuna intrusione in quell’angolo di mondo. Proprio quando questi due nuclei familiari sembrano aver trovato un equilibrio, seppur precario, l’arrivo di Eloise Wagner De Bousquet, una misteriosa, presunta ereditiera nota come la Baronessa, sconvolge ogni rapporto…

Era da quindici anni che Ron Howard sognava di portare sullo schermo la vicenda, ambigua e nel contempo affascinante, dell’”imperatrice di Floreana”. Il ventottesimo lungometraggio del regista premio Oscar per A beautiful mind si discosta molto, però, dalla sua consueta produzione, allargando l’orizzonte, in questo caso, ad un survival movie che indaga i limiti oltre i quali gli esseri umani sono disposti ad andare nella loro personale ricerca della felicità. Nel dare forma cinematografica ad un riposizionamento intellettuale ed esistenziale, quello di Ritter e dei suoi improbabili ‘seguaci’, Eden, nella sua presa di distanza ideologica (oltre che geografica) dalla civiltà industrializzata, sembra andare in direzione del pamphlet antropologico-ambientale: uno studio sui comportamenti e sull’istinto di sopravvivenza osservati in territorio ‘vergine’, in quell’humus novus attraverso il quale rigenerare relazioni, rapporti e senso della vita.

Ma nello sviluppo della storia il film di Howard arriva a intersecare questo suo slancio darwiniano, intrigante e provocatorio, con altre intenzionalità, meno convincenti, utilizzando altri filtri (il sarcasmo e, a tratti, la farsa) e generando altre atmosfere, smaccate e dissonanti. L’indagine sulle relazioni di coppia, in una porzione di terra incoltivabile e infestata da parassiti e animali selvatici, si trasforma così nel teatro di una guerra combattuta a colpi di menzogne, dispetti, manipolazioni, cattiverie e violenze. Un repertorio di bassa umanità funzionale, forse, alla rappresentazione delle insanabili meschinità dell’animo umano, ma, nella sua eccessiva scompostezza, alquanto vacillante sul fronte prettamente cinematografico. In questo senso, ribaltando, fin dal titolo, il concetto di paradiso terrestre, Eden non riesce a sollevarsi dallo stesso gioco al massacro che mette in scena, perdendo interesse di sequenza in sequenza. Riducendo i personaggi a meccaniche marionette, disperdendo una suggestiva riflessione iniziale e rivelando, sui titoli di coda, una netta sproporzione tra le alte premesse filosofico-naturalistiche e gli esiti scontati di una brutalità ottusa e miserabile.

Regia: Ron Howard

Interpreti: Jude Law, Ana de Armas, Vanessa Kirby, Daniel Brühl

Nazionalità: Usa, 2024

Durata: 129’

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.