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SOUND OF FALLING, La recensione da Cannes 78
Il rumore della morte

Sound of falling

Il testo della videorecensione di Sound of Falling a cura di Anna Maria Pasetti

Diverse epoche per quattro ragazze accomunate dalla medesimo luogo. Così, e assolutamente impropriamente, potrebbe sintetizzarsi Sound of Falling l’ambizioso e lunghissimo terzo film di finzione di Mascha Schilinski, ispirato da un’estate trascorsa in una fattoria e dalla fotografia di tre donne del 1920. Scritto con Louise Peter, il sofisticato dramma della cineasta berlinese, che in originale curiosamente porta un titolo di altro significato, ovvero In die Sonne Schauen che significa guardare nel sole, si sostanzia in un cinema altamente autoriale in cui una vasta gamma di codici filmici viene utilizzata con maestria, tanto in riferimento alla messa in scena quanto, e in particolare, in relazione al notevolissimo sound design.

Al centro è una riflessione lirica e spettrale sulla morte intesa come scelta di donne sottoposte a ingiustizie, restrizioni, violenze. E benché cambino le epoche il loro destino sembra non mutare. Opera solenne, simbolica e metaforica sui fantasmi, sull’osservazione nascosta, e densa di echi riverberanti della Storia e del tempo, scandito arbitrariamente da una scena all’altra, Sound of Falling è certamente frutto di sguardi di cui la regista si è nutrita, da Haneke a Bergman passando per elementi tarksoskiani ma anche, seppur con registri diversi, dal Giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola. Per quanto imponente negli aspetti sopra elencati, il film tende ad appesantirsi sia per l’eccessiva durata in relazione alla sua enunciazione, sia per un sovraccarico di estetismi talvolta autocompiaciuti rispetto alla costruzione di senso.

SOUND OF FALLING la videorecensione

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.

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