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AFTER THE HUNT (Luca Guadagnino)
Sotto la cattedra

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Con After the Hunt Luca Guadagnino torna a indagare le dinamiche del desiderio e del potere, firmando un’opera solida e affascinante, capace di coniugare eleganza formale e profondità psicologica. Ambientato tra le aule e i salotti dell’intellighenzia universitaria newyorkese, il racconto si avvia con l’arrivo di una nuova studentessa che riaccende vecchie tensioni e mette in crisi l’equilibrio fragile del corpo docente. Dietro la superficie brillante di conversazioni colte e relazioni apparentemente civili, emerge però un reticolo di ambizioni frustrate, tradimenti e sensi di colpa che il regista palermitano mette in scena con impietosa lucidità. 

Una trasformazione che si manifesta nel registro stesso del film, poiché nei titoli di testa e nelle prime sequenze costruite su dialoghi vivaci e una sottile ironia esso si dà come un esplicito omaggio a Woody Allen, che lo sguardo del regista italiano utilizza per mettere a fuoco le nevrosi e le attrazioni incrociate di un mondo borghese che si osserva allo specchio.  Progressivamente però il tono da commedia vira verso territori più oscuri e la leggerezza dell’incipit si trasforma in un noir morale, dove il passato riaffiora come una minaccia e nessuno dei personaggi può dirsi davvero innocente.

La sceneggiatura — cuore pulsante del film — scolpisce personaggi tridimensionali, fatti di contraddizioni e zone d’ombra. E il merito di Guadagnino sta soprattutto nell’assecondarne le pieghe, senza offrire certezze né risposte, e accompagnando lo spettatore dentro un labirinto di emozioni contraddittorie, dove la verità è sempre sfuggente.

Tutte le interpretazioni sono di ottimo livello, anche se appare doveroso citare almeno quella di Julia Roberts, che svetta per intensità: il suo personaggio, lucido e vulnerabile al tempo stesso, incarna il conflitto morale di un film che interroga il potere, la responsabilità e la fragilità del desiderio.

Il decimo lungometraggio dell’autore palermitano è insomma un’opera di grande maturità, capace di far lievitare una storia intima in riflessione universale. Che comincia come un elegante esercizio di stile ma che si conclude come una discesa nella profondità della coscienza, confermando così Guadagnino tra i pochi registi capaci di raccontare le inquietudini del nostro tempo con grazia e crudeltà insieme.

 

 

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).