Questo articolo fa parte di una scheda a corredo del webinar sui film di Venezia 82 a cura di Arianna Prevedello e Gabriele Lingiardi. Potete trovare l’articolo in aggiornamento con tutti i film qui.
Sinossi ufficiale
Licenziato dopo 25 anni di servizio, un uomo disperato si ritrova spingersi troppo oltre pur di trovare un lavoro in un mercato fin troppo competitivo.
Poetica
Il cinema coreano, specialmente quello di Park-Chan Wook, ha una grande preponderanza di colori (si guardi l’uso del verde, del rosso e il viola) insieme a un tono particolare e distante da quello europeo. All’inizio ci si sente quasi presi in giro, tanto il film sembra, volutamente, una telenovela. Poi con rigore si entra in un dramma umano universale.
La cosa più bella
No Other Choice è un film faticoso per chi non è abituato a questo tipo di cinema. Eppure quando si arriva al finale colpisce la capacità del regista di trovare immagini veramente universali. La follia del progresso, tra capitalismo brutale e intelligenza artificiale, sono ben rappresentati dall’idea che il successo non possa essere condiviso, ma solo a scapito degli altri. Un film fatto di gabbie e di solitudini.
Connessioni
Il film è una commedia nera (nerissima) sul mondo del lavoro e sulla follia del tempo moderno. Si colloca tra Parasite e il cinema di Stephane Brizé, perfetto sia per una rassegna di qualità che per delle riflessioni sul mondo del lavoro. Per un pubblico consapevole.
Alert
No Other Choice parla di morti violente, di disperazione e suicidio. Ha picchi di violenza (mai troppo seria) che potrebbero infastidire gli spettatori più sensibili. Il suo stile richiede un accompagnamento e un po’ di buona volontà del pubblico per “entrare” nell’opera colmando le distanze culturali.
