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A WHITE WHITE DAY – SEGRETI NELLA NEBBIA (Hlynur Pálmason)
La difficile elaborazione di un lutto

In una remota cittadina della gelida Islanda, Ingimundur è un capo di polizia in congedo dopo la morte della moglie in un incidente stradale inspiegabile. Quando viene ritrovata una scatola con alcuni effetti personali della donna, Ingimundur inizia a sospettare che lei lo tradisse con un uomo del paese. Lentamente la sua ricerca della verità diventa ossessione e inevitabilmente inizia a mettere in pericolo se stesso e i suoi cari…

Permeato da un coinvolgente senso di sconfitta esistenziale e sorretto da un impianto registico maturo e suggestivo, A white white day (premiato come miglior film al 37° Torino Film Festival) è il racconto di una difficile elaborazione di un lutto, il faticoso tentativo di incasellarsi in una serena ‘vita ordinaria’ da parte di un anziano poliziotto, al quale due anni prima era morta la moglie, precipitata in auto da una scogliera.

L’opera seconda di Pálmason (nato a Reykjavik nel 1984), tutta giocata sulle ellissi temporali e sui freddi controcampi dell’anima, si muove con solidità narrativa tra investigazione privata e crisi interiore, andando a scandagliare nelle sue pieghe più profonde un protagonista vittima della propria rabbia repressa (appena mitigata dall’ossessiva ristrutturazione di una casa sul mare e dal costante, tenero accudimento della propria nipotina), senza nascondere il versante patologico del dolore ma scuotendolo, talvolta, dall’interno con un’ironia nordica niente affatto atipica a quelle latitudini cinematografiche.

In un cortocircuito aspro, dove si incrociano sospetti di tradimento coniugale e nostalgici ricordi affettivi, sguardi proiettati su un futuro più disteso ma ancora prigionieri di un passato lacerante, prende dunque forma lo spaesamento identitario dell’agente in congedo, apparentemente distaccato dagli eventi ma, nel sottofondo burrascoso della sua quotidianità, assillato nella mente e ferito nel cuore. “Sono attratto da ciò che è misterioso e oscuro”, ha d’altronde confessato Pálmason, “l’invisibile è colmo di possibilità e stimola l’immaginazione”. Un orizzonte privilegiato, sostenuto “dalla passione e dal desiderio di esplorazione dell’ignoto”, tasselli indispensabili di un puzzle scomposto da rimettere pazientemente in ordine.


A WHITE WHITE DAY – SEGRETI NELLA NEBBIA

Regia: Hlynur Pálmason
Nazionalità: Islanda, Danimarca, 2019
Durata: 109’
Interpreti: Ingvar Eggert Sigurðsson, Ída Mekkín Hlynsdóttir, Hilmir Snær Guðnason, Björn Ingi Hilmarsson

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.