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Sacerdoti tra schermo e realtà – Il sussidio CNVF
Con un contributo di Don Gianluca Bernardini

Sacerdoti

La figura del sacerdote al cinema è uno dei “tipi” di personaggio più enigmatici e difficili da adattare. Elementi chiave delle narrazioni neorealiste, oggi sono relegati a sfondi grotteschi tra esorcismi e formule latine varie, trovano raramente una rappresentazione significativa. Eppure la vocazione, le scelte di vita forti, radicali, la spiritualità, sono temi di cui il cinema moderno si sta occupando con grande fervore, coinvolgendo soprattutto le nuove generazioni in questo discorso (basti pensare al film d’animazione Soul).

La Commissione Nazionale Valutazione Film, con la collaborazione di ACEC e FEdS, ha preparato il dossier “Sacerdoti tra schermo e realtà“, una proposta cinematografica a carattere culturale e pastorale pensata per il territorio, per promuovere una riflessione di senso sulla presenza e il ruolo dei sacerdoti nelle comunità.

Come spiegato nell’editoriale a cura di Sergio perugini sono quattro i titoli portanti del Sussidio, giocati tra realtà e finzione: “Come un gatto in tangenziale. Ritorno a Coccia di Morto” (2021) di Riccardo Milani; “Se Dio vuole” (2015) di Edoardo Falcone; “Io loro e Lara” (2010) di Carlo Verdone; “Alla luce del sole” (2005) di Roberto Faenza, nel ricordo della testimonianza e del sacrificio del beato Pino Puglisi, martire della Chiesa.

Accanto a queste tracce, alcuni focus di approfondimento che recuperano sguardi e guadagni consegnati alla storia del cinema, come il contributo dedicato a “Roma città aperta” (1945) di Roberto Rossellini e a “La messa è finita” (1985) di Nanni Moretti, in occasione di due importanti anniversari: gli ottant’anni del manifesto del neorealismo italiano e i quaranta dell’opera di Moretti.

Tra i vari interventi si trova anche uno scritto di Don Gianluca Bernardini, Presidente ACEC, dedicata a “Don Pino Puglisi, un prete non solo da cinema” di cui condividiamo un estratto:

Se dovessi guardare alla figura di un prete che nel cinema mi ha particolarmente colpito nella giovinezza non potrei che rifermi a don Camillo, interpretato dal grande Fernandel, che ha accompagnato simpaticamente la narrazione di molte infanzie e ha accresciuto in noi la stima nei riguardi della figura del sacerdote. Tanto che, ancora oggi nell’immaginario di molti, il buon parroco, tutto d’un pezzo ma non fuori dal mondo, potrebbe corrispondere idealmente alla sua figura. Se guardassi, però, più in là negli anni, uno dei film che ha inciso nella mia formazione spirituale e sacerdotale è stato senz’altro Alla luce del sole di Roberto Faenza del 2005 (premiato con il David Giovani), su padre Pino Puglisi, parroco del quartiere Brancaccio di Palermo, ucciso dalla mafia il 15 settembre 1993. Un film che ha portato sullo schermo quello che allora era per me, giovane seminarista, soltanto un racconto di cronaca nera, ovvero una brutta pagina della nostra storia, tra le tante in cui era coinvolta la mafia, che sarebbe stata meglio scordare. Interpretato magistralmente da Luca Zingaretti, il film ispirato alla biografia scritta da Francesco Deliziosi, parrocchiano di don Pino – Don Puglisi. Vita del prete palermitano ucciso dalla mafia (Mondadori, 2001) – ha fatto conoscere a un vasto pubblico quella splendida figura sacerdotale che restava per molti semplicemente una delle tante vittime “scomode” di allora…

Per leggere l’intervento completo e scaricare il sussidio clicca qui sotto.

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Sull'autore

Gabriele Lingiardi