Arriva da papa Francesco il “grazie” a Carlo De Guio, storico presidente della Sala della comunità di Vò; e arriva sotto forma della croce d’oro “pro Ecclesia et Pontefice” la più alta onorificenza, istituita nel 1888, che la Santa Sede elargisca ai laici che si distinguano per il servizio verso la Chiesa e la persona del Papa. La croce è stata consegnata ieri sera a De Guio da don Alessio Graziani, direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali, durante la messa prefestiva concelebrata da don Sergio Badin e don Giampaolo Marta (attuali parroci), don Saverio Crestanello e don Francesco Frigo; presenti gli amministratori comunali e i volontari dell’associazione oggi guidata da Ivan Pellizzari. «È un riconoscimento – ha detto De Guio nel ricevere la medaglia – che appartiene a tutte le persone che negli anni hanno collaborato con me, alcune delle quali non ci sono più o hanno camminato per un po’ con noi». Nato nel 1945 a Vò di Brendola,
Carlo De Guio sposa nel 1974 Francesca Beltrame; l’anno successivo arriva a Brendola il parroco don Saverio Crestanello, la cui energia coinvolge la famiglia De Guio in due iniziative fondamentali: nel 1977 accolgono in affido due adolescenti, che – una volta maggiorenni – decideranno di rimanere nella famiglia di Carlo, che negli anni successivi si arricchisce di due figli. Don Saverio riconosce poi in Carlo il leader del gruppo di giovani parrocchiani che tentano di far rinascere la sala cinematografica, inaugurata nel 1957, ma di fatto in stand by.
Nasce così un gruppo di promozione culturale che nel 1984 si formalizza nell’associazione “Sala della comunità di Vo’ di Brendola”, presieduta da Carlo De Guio, e che dà avvio a molte iniziative: proiezione di film, la rassegna di Teatro e cabaret, “Porta il papà a teatro”. E ancora, il Cinecircolo “Brendola Cinema” e la rassegna musicale Vo’ on the Folks, con cui la Sala varca i confini nazionali con artisti da tutti i continenti. L’arrivo nel 1989 di don Giuseppe De Facci aggiunge maggior partecipazione della Sala alla vita parrocchiale: l’associazione raccoglie oggi circa 90 volontari. La Sala propone ogni anno circa 130 attività a pagamento, ma ne gestisce un altro centinaio a ingresso libero per le scuole, la danza, la scuola di teatro, parrocchia, pro loco, biblioteca, Caritas e associazioni. Se papa Giovanni Paolo II auspicava che la sala della comunità intraprendesse “una sorta di catechesi che parta dalle vicende umane”, a Brendola ciò si è compiuto grazie alla visione di un uomo di paese, Carlo De Guio, che da 40 anni vive questa missione con passione, etica, spirito di servizio.
(articolo tratto dal Giornale di Vicenza e redatto da Isabella Bertozzo)
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