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AMMAZZARE STANCA. AUTOBIOGRAFIA DI UN ASSASSINO (Daniele Vicari)
La storia vera di un anti-gangster

Antonio Zagari ha poco più di vent’anni e dopo aver ucciso, rapinato, rapito, finisce in galera a metà anni ‘70. Qui incontra un desiderio mai provato prima: scrivere. Scrive di se stesso, del fratello Enzo, della propria famiglia calabrese trapiantata in Lombardia, soprattutto nel Varesotto, dai primi ‘50, della ferocia di suo padre Giacomo che lo inchioda a un modo di vivere ineludibile, segnato nel destino di chi nasce in un determinato contesto, quello della ‘ndrangheta. Per lui uccidere diventa via via un peso insostenibile, fino alla ripulsa per il sangue, una ribellione del corpo prima che della coscienza, che però mette in pericolo le persone che ama e la sua stessa vita. Mentre i suoi coetanei si ribellano nelle fabbriche, nelle università, nelle piazze, in lui cresce il rifiuto per l’esercizio del potere e per la ferocia del genitore. Deve trovare il coraggio di andare contro il padre e tramare contro di lui una vendetta peggiore della morte.

Ispirato all’autobiografia di Antonio Zagari, il nuovo lungometraggio di Daniele Vicari co-sceneggiato con Andrea Cedrola invoca i codici del gangster movie in parte classico e in parte “all’italiana” per raccontare i desiderata anti-criminali del protagonista, cui dà corpo e volto un convincente (anche con l’accento lombardo) Gabriel Montesi, al suo primo ruolo cinematografico da assoluto protagonista. Con una scansione drammaturgica lineare (se non per alcuni frammenti in flashback), Ammazzare stanca mette in luce le ombre della criminalità mafiosa degli anni ’70 in piena metamorfosi, ma più che l’enunciazione dei (mis)fatti, a Vicari interessa la messa in scena delle emozioni di Zagari, che accompagnano il suo disperato tentativo di mettere un punto alla “carriera” da gangster, per sé e per il fratello. La complessità di un carattere come questo è ben perimetrata, spiccando sopra tutti gli altri personaggi meno sfaccettati. Se il testo scorre piuttosto “piacevolmente” nel suo svolgersi e nel suo mostrarsi nella fotografia di Gherardo Gossi, non tutti gli “angoli” di scrittura sono smussati a dovere, così come i tempi del racconto non risultano perfettamente equilibrati.  Ben assortito il resto del cast, benché Vincio Marchioni appaia troppo “giovane” seppur truccato ad hoc per essere il padre di Zagari/Montesi.

Regia: Daniele Vicari

Cast: Gabriel Montesi, Vinicio Marchioni, Selene Caramazza, Pier Giorgio Bellocchio, Rocco Papaleo

Italia 2025

Durata: 129′

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Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.

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