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INTERRUPTION (Yorgos Zois)
Il palcoscenico del teatro come metafora della postmodernità

interruption

Interruption è un film complesso ed enigmatico, che dal primo all’ultimo istante sottopone lo spettatore ad un interrogativo quasi vertiginoso: ciò che sta accadendo è realtà o finzione? Domanda tuttavia compromessa in partenza poiché tutta l’azione si svolge in un palcoscenico, luogo per eccellenza della “messa in scena”.

Ci troviamo all’interno di un teatro di Atene e stiamo assistendo ad un adattamento teatrale dell’Orestea di Eschilo, la trilogia che racconta le vicende di Oreste, tornato ad Argo per vendicare la morte del padre Agamennone, ucciso dalla moglie Clitennestra.

All’improvviso un’interruzione: lo spettacolo si ferma, le luci in sala si spengono, nel silenzio sale sul palco un gruppo di giovani armati in abiti scuri. Prende la parola uno di loro: «Siamo il Coro», spiega, «d’ora in poi saremo la vostra guida per la serata», e chiede l’aiuto del pubblico in sala, invitando alcuni spettatori a prendere il posto dei “veri” attori.

Quello che potremmo definire il corifeo (ovvero il capo dell’antico coro greco, che accompagnava le vicende narrate con canti e danze) diventa regista del nuovo gruppo di interpreti, invitati – o meglio costretti – a vestire i panni dei protagonisti dell’Orestea e ad interrogarsi sui temi della vendetta e della giustizia a partire dalle dinamiche del mito tragico.

Il film è ispirato al drammatico episodio terroristico accaduto a Mosca il 23 ottobre del 2002, quando cinquanta ceceni armati fecero irruzione nel teatro Dubrovka durante la rappresentazione di un musical. Nei primi minuti, il pubblico non si rese conto di essere stato preso in ostaggio e immaginò che tutto fosse parte dello spettacolo.

Durante la visione del primo lungometraggio di Yorgos Zois, anche lo spettatore cinematografico diventa ostaggio dello stesso film, vera e propria esperienza straniante con cui il regista – almeno nelle intenzioni – vuole presentare la condizione dell’uomo post-moderno, immerso nella con-fusione tra realtà e finzione, tra vita e spettacolo.

Nessun deus ex machina sembra possibile nella pellicola, presentata nella sezione Orizzonti alla 72esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia: a differenza della tragedia classica greca, la posizione e la sorte dei personaggi non vengono chiariti. E nemmeno la Verità dell’azione rappresentata.

 

INTERRUPTION
Regia di Yorgos Zois
Con Alexandros Vardaxoglou, Sofia Kokkali, Pavlos Iordanopoulos, Romanna Lobach, Angeliki Margeti
Grecia, Francia, Croazia, 2015
Durata 109 min.

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Sull'autore

Marta Meneguzzo