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IO SONO VERA (Beniamino Catena)
Un’anima divisa in due

Vera, una bambina di undici anni che vive in Liguria, scompare senza lasciare traccia dopo aver disperso nel vento, da un promontorio a picco sul mare, le ceneri del proprio cane. Nello stesso momento, in Cile, a San Pedro de Atacama, Elias, un uomo clinicamente morto per un infarto, torna miracolosamente in vita. E tutte le notti sogna una bambina a lui sconosciuta. Due anni dopo, Vera improvvisamente ritorna. Ma, invece di essere un’adolescente, è una giovane donna. Non ricorda nulla. I suoi genitori sono sconvolti, però l’esame del Dna conferma che è davvero la loro figlia…

La vita sospesa, la morte apparente, il visibile e l’invisibile. E ancora: il corpo e lo spirito, i viaggi dell’anima, i legami di sangue, le corrispondenze segrete. Tanto, forse troppo, nel film d’esordio di Beniamino Catena. Eppure Io sono Vera, pur nella sua ambiziosa, reiterata struttura dicotomica, trova nel tentativo di congiunzione degli opposti (anche tra il mare e il deserto…) una sintesi espressiva certamente non nuova ma suggestiva e affascinante. Un ‘realismo magico’, quello ricercato da Catena (già autore di fiction tv e, soprattutto, di videoclip musicali, dunque a suo agio con un’estetica densa ed evocativa), che scardina le concatenazioni spazio/temporali nutrendosi a piene mani di misticismo astrofisico e naturalismo sensoriale.

Thriller metafisico, romanzo di formazione e dramma esistenziale, Io sono Vera è un film dai connotati ‘meticci’, sbilanciato sul versante fantasy ma ostinatamente ancorato ad una realtà, geografica e umana, osservata con sguardo visivamente maturo ed esplorata con lo scandaglio di sentimenti forti e di situazioni limite: dentro l’immagine della Vera ormai adulta c’è ancora il profilo della ragazzina che sta per affrontare il passaggio dall’infanzia all’adolescenza; e dietro le interazioni tra i vari personaggi con cui la giovane entra in contatto, spesso riscrivendole, ci sono sempre persone comuni, con le loro difficoltà e le loro fragilità.

Le simmetrie sotterranee, a cominciare da quella che interconnette le esistenze di Vera e di Elias, il sorvegliante di parabole nel deserto dell’Atacama, assumono così, con il loro corredo di dolorosa umanità, proporzioni altre e alte, in uno slancio unitario con il Tutto che lascia lo spettatore, sui titoli di coda, tanto perplesso quanto abbagliato. Abbracciare la morte per ritrovare la vita: un cammino sul filo dell’impossibile, sostenuto però dalla convinzione, come ha scritto lo stesso regista, che “siamo tutti esseri di luce e che nella luce ritorneremo”.

IO SONO VERA
Regia: Beniamino Catena
Interpreti: Marta Gastini, Davide Iacopini, Anita Caprioli, Paolo Pierobon, Manuela Martelli
Nazionalità: Italia, 2020
Durata: 100’

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.