Venezia 82 Festival Schede Cinema Filmcronache

JAY KELLY (Noah Baumbach)
La solitudine di un divo

Divo hollywoodiano assoluto e con oltre 30 anni di carriera alle spalle, Jay Kelly ha voglia di riacquistare la sua sfera privata, specie l’affetto delle figlie e del padre che da tempo ha trascurato per la sua sete di successo. E proprio inseguendo la figlia minore in un viaggio in Europa si accorge di essere solo e malinconico, accompagnato unicamente dal fedele manager che pure sta trascurando i propri cari per badare ai suoi bisogni. Road movie esistenzial-nostalgico sulle tracce degli errori passati per immaginare un nuovo futuro, l’undicesimo lungometraggio di Noah Baumbach titola come il suo protagonista a significare l’estrema centralità del personaggio rispetto a trama e contesto. Del resto la scelta su una superstar come George Clooney a incarnare Jay Kelly sembra quasi obbligata data la quasi sovrapponibilità meta-attoriale fra i due, ad eccezione del racconto privato. E il grande regista-attore americano in effetti offre il meglio del proprio repertorio di recitazione introspettiva vestendo gli eleganti panni del suo alter-ego, divenendo il punto di forza di un dramedy purtroppo di modeste scrittura e regia, specie nella sua seconda parte. Se infatti la prima ora del film scorre con i dovuti ritmo e leggerezza facendo ben sperare nell’ennesima buona sceneggiatura di Baumbach, è con l’avvio del viaggio in Europa che il tono si affievolisce, i dialoghi perdono sapore, e l’inverosimiglianza ambientale si rafforza specie nelle scene girate in un’Italia kitsch e piena di luoghi comuni fuori tempo massimo.  Insieme a Clooney, a salvarsi è anche la solida performance di Adam Sandler, l’affezionato e appesantito agente senza il quale Jay Kelly è letteralmente perduto.

Scrivi un commento...

Sull'autore

Anna Maria Pasetti

Anna Maria Pasetti Milanese, saggista, film programmer e critica cinematografica, collabora con Il Fatto Quotidiano e altre testate. Laureata in lingue con tesi in Semiotica del cinema all’Università Cattolica ha conseguito un MA in Film Studies al Birkbeck College (University of London). Dal 2013 al 2015 ha selezionato per la Settimana Internazionale della Critica di Venezia. Si occupa in particolare di “sguardi al femminile” e di cinema & cultura britannici per cui ha fondato l'associazione culturale Red Shoes. . Ha vinto il Premio Claudio G. Fava come Miglior Critico Cinematografico su quotidiani del 2020 nell’ambito del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica di Alessandria.

Lascia un commento