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LA TERRA DELL’ABBASTANZA (Damiano e Fabio D’Innocenzo)
Il Destino della Mala Vita

LA TERRA DELL’ABBASTANZA

Mirko e Manolo sono due giovani e spensierati coetanei della periferia di Roma ai quali la vita sta improvvisamente per cambiare. Una notte infatti, andando in giro in auto, investono un uomo e decidono di scappare. Quando però scoprono di aver ucciso il pentito che il clan criminale a capo della loro zona sta cercando, decidono di approfittare della situazione e chiedono di entrare a far parte della banda. La tragedia si trasforma così nell’occasione per trasformare le proprie esistenze, ma la “nuova” vita prevede anche responsabilità alle quali non sono preparati.

 

Presentato nella sezione “Panorama” del Festival di Berlino 2018, La terra dell’abbastanza è un film dalla struttura narrativa semplice, ma talmente solido e consapevole dal punto di vista della messinscena che sarebbe incauto considerarlo un titolo di secondo piano in considerazione della sua poco appariscente uscita nelle sale d’inizio estate. L’opera prima dei gemelli D’innocenzo infatti non solo è uno degli esordi più rilevanti delle ultime stagioni espressi dalla nostra cinematografia, ma conferma anche la pregevolezza di un’annata particolarmente felice per il cinema italiano.

La terra dell’abbastanza è un lavoro che, pur conservando una propria originalità oltreché un’autonomia espressiva, non può non far pensare al cinema di Matteo Garrone. Per più di un motivo. Non solo perché i due fratelli ne sono stati assistenti alla regia nonché collaboratori alla sceneggiatura (per Dogman), ma anche perché vi si ritrovano facilmente echi e riflessi. Assai simile ad esempio è il processo di astrazione cui viene sottoposta l’ambientazione (la bellissima scenografia peraltro, è firmata proprio da Paolo Bonfini, collaboratore di ben cinque film del regista de L’imbalsamatore), così come i tempi della narrazione (il montaggio è firmato da Marco Spoletini, altro storico collaboratore di Garrone). Molto vicino è anche il destino che investe i personaggi principali, intimamente legato all’influenza che su di esso esercitano quelli secondari (qui i ruoli, opposti ma similmente agenti, dei due genitori interpretati da Max Tortora e Milena Mancini). Simile infine è anche l’assemblaggio del casting e il lavoro con gli attori, tanto che i due giovani protagonisti rappresentano forse la sorpresa più piacevole dell’intero film. Con la differenza che, se per Andrea Carpenzano è una sorta di conferma delle qualità già intraviste in precedenza (in Tutto quello che vuoi e ne Il permesso), per Matteo Olivetti il film ha il valore di un vero e proprio lancio tra i volti più interessanti della nuovissima generazione. Attori, come i personaggi che interpretano, predestinati. Di cui siamo certi sentiremo parlare ancora.

 

LA TERRA DELL’ABBASTANZA
Regia: Damiano e Fabio D’Innocenzo
Con Andrea Carpenzano, Matteo Olivetti, Luca Zingaretti, Max Tortora, Milena Mancini
Italia 2018
Durata 96’

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).