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NO OTHER LAND (Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham & Rachel Szor)
The Act of Shooting

Per mezzo decennio Basel Adra, un attivista palestinese, filma la distruzione della sua comunità di Masafer Yatta da parte dell’occupazione israeliana, mentre costruisce un’insolita alleanza con Yuval, un giornalista israeliano che desidera unirsi alla sua lotta.

Talvolta può capitare d’imbattersi in film che travalicano il perimetro della narrazione, capaci di sconfinare l’orizzonte semantico che ne sorregge il discorso per diventare qualcos’altro. No other Land appartiene a questa categoria, perché prima ancora di darsi come preziosa esposizione di eventi in forma documentale, prima insomma che essi siano stati assemblati per farsi racconto, è un’opera che rappresenta un vero e proprio atto di resistenza. Quello che il collettivo che lo ha realizzato — formato da un’inaspettata alleanza tra due palestinesi, Basel Hadra e Hamdan Ballal, e due israeliani, Yuval Abraham e Rachel Szor — ha organizzato come ultima, strenua difesa nei confronti dell’espansionismo israeliano in Cisgiordania. Portando il gesto del filmare a incarnare l’unica difesa possibile, l’unica controffensiva efficace di fronte ai soprusi, ed elevandolo oltre il reticolo espressivo per farlo divenire atto salvifico. No other land insomma appartiene a quella ristretta categoria alla quale afferiscono le opere necessarie, ovvero quei testi imprescindibili per conoscere e interpretare il mondo contemporaneo nella sua deflagrante complessità.

    “Il primo documentario a gettare luce sulla politica sistematica di espulsione forzata attraverso le demolizioni delle abitazioni” come hanno dichiarato i registi al momento dell’anteprima mondiale alla Berlinale 2024 — dove ha vinto un doppio, importante premio (come miglior documentario della sezione “Panorama” e quello del pubblico come miglior documentario in assoluto). Nato come atto spontaneo di resilienza da parte di Basel e costruito in itinere, con poveri mezzi e nessuna produzione preventiva alle spalle, No Other Land è infatti il racconto della brutale evacuazione del territorio di Masafer Yatta, terra d’origine di Basel e della sua famiglia, che dal 1980 è considerato “zona di addestramento militare chiusa” e dunque ufficialmente inaccessibile ai palestinesi secondo la politica israeliana. Una misura che, come ammise in un documento statale lo stesso Ariel Sharon, ex Primo Ministro israeliano e all’epoca Ministro dell’Agricoltura, era strumentale per spostare i villaggi palestinesi presenti nel territorio e destinarne così la terra agli insediamenti israeliani. 

 No other land è un magnifico esempio di “cinema della realtà”, capace di utilizzare e di assemblare organicamente fonti eterogenee di ripresa (telecamere, smartphone, immagini prelevate dai media) così da ricostruire la successione degli eventi nell’ultimo decennio sul territorio abitato da Basel e Hamdan, e di costituirsi dunque come punto di vista antagonista rispetto alla narrazione di matrice israeliana. Un’opera che ai margini di tale istanza dialettica riesce a parlarci di Vita, di Morte, di Famiglia, dell’Amicizia in grado di travalicare i conflitti, e di come tutti questi concetti si leghino al concetto di Terra, di Casa. Un’opera che certamente non riuscirà ad arrestare il massacro in Cisgiordania, ma che è destinata a lavorare a lungo nella coscienza degli spettatori. 

Regia, sceneggiatura, montaggio: Basel Adra, Hamdan Ballal, Yuval Abraham & Rachel Szor

Con Basel Adra (Se stesso), Yuval Abraham (Se stesso)

Palestina/Norvegia 2024

Durata: 95’

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).