Nel paese dove vivono Philéas e Cybelle non si parla quasi mai: qui le parole vanno comprate e mica tutti i bambini possono permetterselo. Così Philéas, quando si innamora di Cybelle, non ha abbastanza soldi nel salvadanaio per dirglielo. Tre parole riesce a rubarle al vento, e poi ha con sé una parola speciale. Ma un giorno quel vento torna, più forte e…
Il paese senza parole è uno spettacolo di narrazione e danza che va ben oltre al genere del teatro ragazzi tout court. Lo spettacolo è liberamente ispirato a “La grande fabbrica delle parole” di A. de Lestrade e “I fantastici libri volanti di Mr. Morris Lessmore” di W. Joyce.
La storia di Philéas e Cybelle entra in punta di piedi nel cuore di ogni spettatore, grazie alla bravura dei due attori, i più piccoli riescono ad immaginare i due singoli personaggi in questa strana città mentre i più grandi percepiscono le fatiche di un amore più forte di tutto, anche della morte. All’apertura del sipario la scena è semplice e ben definita: al centro una panchina rossa, il cuore della storia dei protagonisti ma anche il centro utopico della loro città, il nido d’amore del loro primo appuntamento, la cornice del “si” che cambia la loro vita. La panchina, racconta Philéas in scena, è posta in cima alla collina, all’ombra di una quercia, come se i due protagonisti potessero esiliarsi da tutto salendo verso l’alto, lontano dalla città dove le parole si comprano. Gli attori in scena danno corpo ai personaggi della storia di De Lestrade rendendoli credibili e moderni. Emoziona particolarmente la seconda parte dello spettacolo: dopo un forte tempesta Cybelle scompare, è qui che la storia prende il volo, sublime la regia che mantiene la protagonista sempre in scena ma mai in contatto visivo con Philèas, a significare che chi muore resta sempre accanto a chi resta.
Il paese senza parole ci dice che le parole che sono dentro di noi a volte anche se non vengono pronunciate riescono ad essere percepite, parla di sentimenti e di come la quantità di parole non è sempre direttamente proporzionale alla qualità delle emozioni. Philèas fa tesoro delle poche parole che ha e riesce a conquistare Cybelle utilizzandole nei momenti giusti. La scelta dell’utilizzo del teatro danza rende lo spettacolo ancor più magico, durante la storia ritornano alcuni gesti comuni che accompagnano le musiche di scena. I movimenti creano un discorso tra i due, probabilmente anche per il richiamo all’alfabeto muto.
Lo spettacolo può avere molteplici letture ed è per questo che si presta ad essere inserito in programmazioni molto differenti, dalla scolastica alle domenicali a interventi più specifici legati al tema della resilienza, della morte, della coppia.
IL PAESE SENZA PAROLE
RossoTeatro/Atelier Teatro Danza
Regia: Roberto Anglisani
Con Marianna Batelli/Maria Ellero e Alessandro Rossi
Teatro di narrazione e danza
Età consigliata: dai 6 anni
Durata: 55 min.
Vincitore di IN-BOX Verde 2016
Finalista di “Festebà 2016”
Selezionato per “SEGNI New Generation Festival 2016”
Tournée
18 febbraio 2017 – Castiglioncello (Li)
21 febbraio 2017 – Cividale del Friuli (Ud)
22 febbraio 2017 – Castions di Strada (Ud)
05 marzo 2017 – San Lazzaro di Savena (Bo)
16 marzo 2017 – Gemona (Ud)
22 marzo 2017 – Trento (Tn)
24 marzo 2017 – Reggio Calabria (Rc)
28, 29 marzo 2017 – Copparo (Fe)
11 aprile 2017 – Albenga (Sv)
12 aprile 2017 – Ciriè (To)
26 aprile 2017 – Forlì (Fc)
28 aprile 2017 – Fagagna (Ud)