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Cosa è successo al Festival di Cannes 77
Vincitori e vinti

Cannes 77 filmcronache
Paolo Perrone di Filmcronache commenta i premi assegnati dalla giuria ufficiale ai film in concorso di Cannes 77.
In un concorso che, sul versante tematico, è riuscito a intercettare molte delle inquietudini contemporanee (la soppressione violenta delle libertà individuali, la ricerca di un proprio spazio esistenziale, il peso della memoria e del passato per vivere lucidamente il presente, la dissoluzione e la rimodulazione del corpo umano), la Palma d’oro assegnata dal 77° Festival di Cannes ad Anora di Sean Baker colloca invece sotto i riflettori un cinema, in forma di commedia, più facilmente accessibile al grande pubblico.
Un film, quello del regista statunitense, nel quale, al racconto di formazione di una giovane spogliarellista, spesso esilarante, si affianca una riflessione amara sull’illusorietà del sogno americano. Se il lungometraggio di Baker non mancava, alla vigilia della cerimonia di chiusura, nell’elenco dei titoli da premiare, altre opere, però, avrebbero potuto ambire con autorevolezza ancora maggiore alla vittoria finale, a cominciare dal vibrante The seed of the sacred fig dell’iraniano Mohammad Rasoulof, a cui la giuria presieduta da Greta Gerwig, in un clima decisionale segnato evidentemente da divisioni interne, ha attribuito un Premo speciale che sa di parziale risarcimento.
Meritato il Gran Premio della giuria a All We Imagine as Light dell’indiana Payal Kapadia, ammaliante e intimista, condivisibili i riconoscimenti conferiti a Emilia Pérez di Jacques Audiard (Premio della giuria e, globalmente, alle migliori attrici: Zoe Saldaña, Karla Sofía Gascón, Selena Gomez, Adriana Paz, a cui fa da contrappeso il Premio al miglior attore assegnato a Jesse Plemons in Kinds of Kindness di Yorgos Lanthimos). Il
Premio alla miglior regia all’elegante e raffinato Grand Tour sottolinea il valore del film del portoghese Miguel Gomes, quello per la migliore sceneggiatura al potente e sorprendente The Substance mette in evidenza il talento di Coralie Fargeat. Ignorati, nel verdetto conclusivo, i maestri, di ieri e di oggi (Coppola, Cronenberg, Schrader, Jia Zhangke), nulla da fare anche per Parthenope di Paolo Sorrentino, unico italiano tra i ventidue titoli in gara.
  • LEGGI – ANORA recensione

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Sull'autore

Paolo Perrone

Giornalista professionista, critico cinematografico, curatore di rassegne e consulente alla programmazione, è direttore responsabile della rivista Filmcronache e autore di numerosi saggi sul cinema. Per Le Mani ha scritto Quando il cinema dà i numeri. Dal mathematics movie all'ossessione numerologica.