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PERSONAL SHOPPER (Olivier Assayas)
Ovelooking Maureen

Maureen vive a Parigi e lavora come personal shopper di Kyra, una star esigente che ha bisogno sempre di nuovi e originali vestiti, per procurarsi i quali la ragazza dispone di un budget elevatissimo. Maureen ha anche un dono, quello di riuscire a mettersi in comunicazione con gli spiriti e tenta costantemente un contatto con l’aldilà per riuscire a relazionarsi con Lewis, il fratello gemello da poco scomparso. La sua vita inizia a cambiare quando sul suo cellulare cominciano ad arrivare dei messaggi da uno sconosciuto.

Presentato a Cannes 2016, dove ha ottenuto la Palma per la “miglior regia”, il diciassettesimo lungometraggio del regista parigino segna anche una significativa svolta nella sua filmografia. Quelle che nel precedente lavoro (Sils Maria) sembravano felici intuizioni infatti, in Personal Shopper prendono la Forma di un discorso consapevole e stratificato. Un discorso capace di intrecciare sagacemente il genere (la ghost-story, il thriller) con la riflessione teorica, lo sperimentalismo con l’affabulazione, il cinema con le altre arti (qui in particolare la pittura e la letteratura) e, soprattutto, il visibile con l’invisibile. Se il Cinema per Assayas sembra essere ormai il luogo in cui è possibile realizzare tale incontro, il medium che lo rende possibile è il corpo di Maureen. Il suo corpo medianico non solo è in grado di vedere oltre infatti, ma agisce in un incessante movimento sempre sul limite, sul crinale, sul confine. Mettendo in collegamento tra loro spazi reali (le aree metropolitane di Londra e Parigi, ad esempio) e, soprattutto, questi con gli spazi immaginari.

Quello di Assayas è dunque un cinema di spazi e di corpi, contemporaneamente lineare e verticale, affascinante e respingente, dinamico e claustrofilo. Il Cinema che sintetizza la convergenza tra analogico e digitale e che trova la propria Musa in Kristen Stewart (forse mai così convincente), il cui corpo trascendentale riesce a volteggiare sullo schermo con sgraziata eleganza, seducente e respingente al tempo stesso. Ricordandoci con rara efficacia che il fascino della Settima Arte è proprio nella sua capacità di catturare nello stesso tempo la Realtà e la sua evanescenza.

PERSONAL SHOPPER
Regia: Olivier Assayas
Con Kristen Stewart (Maureen), Lars Eidinger (Ingo), Nora Von Waldstäten (Kyra)
Francia 2016
Durata: 105’

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Sull'autore

Francesco Crispino

Francesco Crispino è docente di cinema, film-maker e scrittore. Tra le sue opere i documentari Linee d'ombra (2007) e Quadri espansi (2013), il saggio Alle origini di Gomorra (2010) e il romanzo La peggio gioventù (2016).